martedì 22 dicembre 2020

Friburghesi

 


Siamo ormai a ridosso del Natale, ma ancora in tempo per preparare questi squisiti dolcetti per poi regalarli a chi ci sta a cuore.

Da "Non solo zucchero - vol. 3" di Iginio Massari
300 g di albumi
250 g di zucchero
250 g di nocciole tostate macinate finemente
50 g di farina bianca 00
semi di un baccello di vaniglia
scorza grattugiata di un'arancia

per il cremino
500 g di cioccolato al latte
500 g di pasta di nocciole
200 g di burro di cacao

In planetaria con la foglia montare a neve gli albumi con lo zucchero.
A mano con una spatola, con movimenti dal basso verso l'alto, incorporare le nocciole, la farina, i semi del baccello di vaniglia e la scorza di arancia finemente grattugiata.
Con un sac a poche ed una bocchetta liscia da 8 mm, modellare dei bastoncini lunghi 7-8 cm e poi ricoprirli con granella di nocciole.
Cuocere in forno preriscaldato a 150-160 °C per 20-22 minuti.
Una volta raffreddati, accoppiarli con il cremino.

Per preparare il cremino è sufficiente mescolare in una ciotola il cioccolato al latte precedentemente fuso con il burro di cacao e la pasta di nocciole.


martedì 24 novembre 2020

Kouglof




Prima che diventasse una carissima amica - così cara che ci sentiamo giornalmente - Terry è stata, e ovviamente lo è tuttora, LA mia maestra di lievitati.
Fu così che la scorsa primavera, imperversando il Covid e le giornate casalinghe, un bel giorno le ho proposto di realizzare insieme lo stesso lievitato. Laddove quell'"insieme" era necessariamente virtuale: ognuna a casa propria. Manco a dirlo a lei è riuscito al primo colpo ed il suo Kouglof è apparso sul suo blog ancora in aprile. Io, invece, ho contabilizzato tre fallimenti prima di ottenere un risultato degno. La prima volta...non l'ho cotto abbastanza e centralmente era crudo...sigh. Le due volte successive era cotto, ma esternamente di colorazione molto chiara. Al quarto tentativo...ho cambiato lo stampo !!! 
Che poi non mi si dica che non sono tenace e perseverante ahahah !

Da "Soffice soffice" di Morena Roana
Ingredienti per il lievitino
15 g di lievito di birra
50 ml di acqua
80 g di farina 00

Ingredienti per l'impasto
150 g di farina
220 g di farina manitoba
2 uova medie (100 g)
200 ml di latte
100 g di zucchero
150 g di burro morbido
5 g di sale
1 arancia
100 g di uvetta
mandorle affettate

Sciogliere il lievito in acqua tiepida, aggiungere la farina e lavorare fino ad ottenere un panetto morbido. Coprire con la pellicola alimentare e lasciare lievitare fino al raddoppio.
Nel frattempo sciacquare bene e ammollare l'uvetta nel rhum aggiungendo se necessario un po' di acqua.
Unire al lievitino quasi tutto il latte e lo zucchero, mescolare per sciogliere bene il tutto. 
Quindi aggiungere via via alternando latte, farina, uova e la scorza d'arancia grattugiata.
Impastare fino ad incordare bene, unire il sale e per ultimo il burro morbido poco per volta.
Sciacquare l'uvetta, asciugarla bene e unirla all'impasto.
Formare una palla e riporla in una ciotola, coprire con la pellicola e lasciare lievitare per due ore e mezza o fino al raddoppio.
Capovolgere l'impasto sulla spianatoia leggermente infarinata e fare qualche piega per rafforzarlo.
Formare un panetto rotondo, fare un buco nel mezzo e posizionarlo nell'apposito stampo imburrato e cosparso di mandorle affettate.
Coprire e fare lievitare un'altra ora o fino a quando non avrà superato lo stampo di 1-2 cm.
Infornare a 180 ° C per 25-0 minuti (ma regolatevi con il vostro forno (nel mio sono stati necessari 40 minuti).
Sfornare e togliere dallo stampo dopo una mezz'ora

martedì 10 novembre 2020

Chiffon al cacao e cioccolato fondente

 


Si lo so che anche la ricetta precedente è una chiffon. Ne ho fatte tantissime in questo mese. Solo chiffon. Di tutti i tipi e sempre accompagnate da ganache. Tra le torte da credenza è la mia preferita in assoluto. Ormai l'ho scritto e riscritto che non ha eguali con nessun'altro dolce di questa tipologia. E' da guinnes dei primati perché, oltre ad essere stra-soffice, essendo fatta con l'acqua, conserva anche quell'umidità che la rende scioglievole al palato. Ed i ragazzi ne vanni matti. Questa l'hanno spazzolata in una sola sera...in quattro !!! E sono talmente entusiasti che non solo mi chiedono espressamente di trovare una chiffon quando vengono a casa mia ma, un paio di loro, hanno acquistato pure lo stampo per farsele da soli a casa. Ho creato un club di chiffon-addicted ahahahah !!

Ingredienti per uno stampo da angel cake da 24-26 cm di diametro.
200 g di farina
50 g di cacao in polvere
250 g di zucchero
6 uova medie
110 g di olio
100 g di cioccolato fondente
200 g di acqua
10 g di lievito
un pizzico di sale

Preparare in una ciotola gli ingredienti secchi, mescolando con un cucchiaio la farina setacciata unitamente al lievito ed al cacao ed il sale. 
Con uno sbattitore casalingo munito di fruste montare leggermente (per un paio di minuti) i sei tuorli con 130 g di zucchero semolato. Non è necessario montarli al massimo in quanto si ingloberebbe una quantità eccessiva di aria (l'aria necessaria viene già inglobata con la montata di albume e zucchero).
Versare l'acqua e l'olio sui tuorli sbattuti e montare lo stretto indispensabile per incorporarli agli ingredienti secchi fino ad ottenere un composto omogeneo. 
Unire gli ingredienti secchi e montare con le fruste elettriche per un minuto a velocità media. Non serve sbattere più a lungo, anzi è controproducente perché si ingloberebbe talmente tanta aria che, aggiunta a quella che si forma con la cottura per effetto del lievito e dell'aria inglobata dalla montata di albumi, il dolce si gonfierebbe in maniera smisurata...per poi sgonfiarsi repentinamente all'uscita dal forno. Lo dico per esperienza diretta con le prime chiffon ! 
Nella ciotola con gli albumi, aggiungere i restanti 120 g di zucchero semolato e montare il composto fino ad ottenere una consistenza molto cremosa ma abbastanza densa. Non bisogna montare troppo perchè se si monta eccessivamente nel momento in cui si miscela l'albume ai restanti ingredienti parzialmente si sgonfia
Versare un terzo del primo composto negli albumi montati, incorporando il tutto delicatamente a mano con una spatola con movimenti dal basso verso l'alto. Continuare fino ad esaurire gli ingredienti.
Da ultimo unire il cioccolato fondente polverizzato. Per ridurlo in polvere è sufficiente metterlo a cubetti in un frullatore e frullarlo. Il cioccolato va frullato perché se viene inserito a pezzetti  finisce sul fondo della torta: l'impasto è talmente soffice che non regge le cosìdette sospensioni.
Versare nello stampo non imburrato (lo stampo non va assolutamente imburrato perchè diversamente dopo cottura la torta di affloscerebbe su se stessa) e cuocere a 160 °C per 60 minuti. Un'ora ci vuole tutta !
Appena tolto lo stampo dal forno, capovolgerlo e lasciarlo in quella posizione fino a raffreddamento completo. Asciugandosi si staccherà un po' alla volta dalle pareti. Se così non fosse è sufficiente passare la lama di un coltello.

martedì 6 ottobre 2020

Chiffon cake alle nocciole


Venerdì sera ho ri-acceso il forno dopo la pausa estiva. Solo qualche settimana di pausa, eppure a me è sembrato un periodo lunghissimo. Interminabile. Così lungo che nel prendere in mano le ciotole e nell'avviare la planetaria mi sono sentita una principiante. Come se non avessi mai fatto un dolce in tutta la mia vita. La verità è che nei mesi estivi la pasticceria esce persino dai miei pensieri. Il che è tutto dire, per una così innamorata come me di quest'arte. Esce dalle mie occupazioni perché mi immergo appieno nell'estate e nella vita all'aria aperta. Ma lei lo sa che io la amo immensamente e che con l'arrivo dell'autunno torno a lei.

Ingredienti per uno stampo da angel cake da 24-26 cm di diametro.
170 g di farina
80 g di nocciole in polvere
250 g di zucchero
6 uova medie
105 g di olio
200 g di acqua
10 g di lievito
scorza trattata finemente di un'arancia


Preparare in una ciotola gli ingredienti secchi, mescolando con un cucchiaio la farina setacciata con il lievito, la polvere di mandorle ed il sale. 
Con uno sbattitore casalingo munito di fruste montare leggermente (per un paio di minuti) i sei tuorli con 130 g di zucchero semolato. Non è necessario montarli al massimo in quanto si ingloberebbe una quantità eccessiva di aria (l'aria necessaria viene già inglobata con la montata di albume e zucchero).
Versare l'acqua e l'olio sui tuorli sbattuti e montare lo stretto indispensabile per incorporarli agli ingredienti secchi fino ad ottenere un composto omogeneo. 
Unire gli ingredienti secchi e montare con le fruste elettriche per un minuto a velocità media. Non serve sbattere più a lungo, anzi è controproducente perché si ingloberebbe talmente tanta aria che, aggiunta a quella che si forma con la cottura per effetto del lievito e dell'aria inglobata dalla montata di albumi, il dolce si gonfierebbe in maniera smisurata...per poi sgonfiarsi repentinamente all'uscita dal forno. Lo dico per esperienza diretta con le prime chiffon ! 
Nella ciotola con gli albumi, aggiungere i restanti 120 g di zucchero semolato e montare il composto fino ad ottenere una consistenza molto cremosa ma abbastanza densa. Non bisogna montare troppo perchè se si monta eccessivamente nel momento in cui si miscela l'albume ai restanti ingredienti parzialmente si sgonfia
Versare un terzo del primo composto negli albumi montati, incorporando il tutto delicatamente a mano con una spatola con movimenti dal basso verso l'alto. Continuare fino ad esaurire gli ingredienti.
Versare nello stampo non imburrato (lo stampo non va assolutamente imburrato perchè diversamente dopo cottura la torta di affloscerebbe su se stessa) e cuocere a 160 °C per 60 minuti. Un'ora ci vuole tutta !
Appena tolto lo stampo dal forno, capovolgerlo e lasciarlo in quella posizione fino a raffreddamento completo. Asciugandosi si staccherà un po' alla volta dalle pareti. Se così non fosse è sufficiente passare la lama di un coltello.


martedì 8 settembre 2020

Una mela in bianco e nero



Una mela in bianco e nero: ovvero macaron bianchi con ganache al cioccolato extrafondente e pralinato e confettura di mele cotogne. Carini vero i disegni ? Sono stati dipinti con colori alimentari da mia cognata Lorena, in arte Lorenart, l'artista della famiglia. Con questi macaron, due anni or sono, ho partecipato al concorso nazionale del macaron amatoriale organizzato dalla Silikomart nel loro spazio Hangar 78 dove, tra l'altro, organizzano fantastici corsi di pasticceria per amatori e professionisti. E' stata una giornata indimenticabile nel corso della quale ho avuto modo di incontrare alcuni dei miei "miti" della pasticceria. Sono stata anche molto soddisfatta del giudizio che la commissione, presieduta da Luigi Biasetto, ha dato dei miei gusci di macaron: "i gusci sono stati realizzati molto bene, dimensione corretta e superficie regolare. Bellissima la decorazione. La presenza della mela non si sentiva con decisione".

Per due teglie di macaron
150 g di mandorle in polvere
150 g di zucchero a velo
120 g di albumi
150 g di zucchero semolato
50 g di acqua
semi di mezzo baccello di vaniglia
3 g di biossido di titanio

Per la lavorazione dei macaron vi rimando a questo post in cui ho riunito i suggerimenti dettagliati frutto dei miei esperimenti.

Per il pralinato
200 g di nocciole
150 g di zucchero semolato

Tostare la frutta secca in forno a 150 °C per dieci minuti circa fino ad ottenere una bella colorazione ambrata. Lasciare raffreddare alcuni istanti poi spellare le nocciole. Tenere in caldo.
Realizzare un caramello a secco. Preriscaldare una casseruola, preferibilmente di rame, capiente e versarvi 50 g di zucchero. Mescolare costantemente per ottenere un colore caramellato omogeneo, aggiungere un altro terzo di zucchero senza smettere di rimestare. Procedere in questo modo aggiungendo gli ultimi 50 g di zucchero fino alla caramellizzazione completa dello zucchero.
Incorporare la frutta secca spellata, tostata ed ancora calda.
Mescolare rapidamente, poi stendere il composto su un tappetino di silicone.
Lasciare raffreddare a temperatura ambiente.
Rompere grossolanamente con il matterello la massa raffreddata, versarla in un mixer e lavorarla fino ad ottenere una pasta fine e liscia.



Per la confettura di mele cotogne
500 g di mele cotogne
20   g di zucchero semolato
50 g di acqua
30 g di succo di limone

Tagliare a pezzetti le mele e metterle in una casseruola con i restanti ingredienti. Portare ad ebollizione e poi frullare.

Per la ganache al cioccolato fondente e pralinato
200 g di cioccolato fondente
240 g di panna
50   g di pralinato

Sminuzzare il cioccolato e scioglierlo al micronde a bassa potenza e poi unire il pralinato.
Portare ad ebollizione la panna in una casseruola.
Versare la panna sul cioccolato in tre riprese e mescolare dal centro per ottenere un nucleo elastico e lucido. Emulsionare con un minipimer per affinare la struttura.
Coprire con la pellicola a contatto e porre in frigorifero a solidificare.

Con un sac a poche, deporre degli spuntoni di ganache su un guscio di macaron e poi adagiare un po' di confettura. Accoppiarlo ad un altro guscio.
Conservare coperti in frigorifero.

lunedì 31 agosto 2020

Gelato alle nocciole

 


"Fede andiamo in montagna questo fine settimana ?", domandina buttata là via whatsapp.
Al che il mio amico prende in mano il telefono, mi chiama e senza neanche dirmi ciao, mi chiede a bruciapelo con tono di rimprovero: "ma hai una vaga idea di quali siano le previsioni ?? No?? E allora guardale". E riattacca senza salutare, come se la mia fosse stata una richiesta sconsiderata e fuori luogo. Come dargli torto. Vento, grandine a più riprese, pioggia scosciante per ore ed ore, temperatura calata di dieci gradi in un paio d'ore.
Ma io non ci voglio credere che l'estate sia finita di colpo. Ed un gelatino per le giornata calde che settembre ci riserverà non me lo sono fatta mancare.

Per un litro di gelato
1/2 litro di latte fresco intero
100 g di zucchero semolato
60/70 g di pasta di nocciola
50 g di nocciole tostate
25 g di glucosio
120 g di tuorli d'uova
100 g di panna fresca

In una casseruola far bollire il latte con la panna, aggiungerci la pasta di nocciola - in maggiore o minore quantità a seconda del gusto personale - sempre mescolando con una spatola per farla sciogliere e poi il glucosio ed emulsionare con un mixer.
In un'altra casseruola, mescolare i tuorli con lo zucchero, stemperare con i liquidi e cuocere fino ad 84 °C, come una crema inglese. Raffreddare rapidamente. Versare nella gelatiera e negli ultimi minuti di lavorazione inserire le nocciole tritate.

venerdì 28 agosto 2020

Granita Mojto


Dopo ferragosto, e l'immancabile temporale che si fa largo in maniera prepotente tra la calura estiva, la luce è cambiata. Non cade più a picco, ma si è fatta radente. Si è smorzata d'intensità. Io faccio finta di non accorgermene, ma lo sento nell'aria che l'estate sta finendo. Non ci voglio pensare. E' stata un soffio. Io l'autunno lo amo, ma quello inoltrato, quello dai colori accesi e le temperature da golfino morbido che è quasi un abbraccio. Questi passaggi lenti non fanno per me. Perciò estate resta ancora qui con noi...un altro pochino. Almeno il tempo di gustarci un'ultima granita.

Ingredienti per quattro persone
400 g di acqua tonica
100 g di acqua
100 g di zucchero di canna
150 g di succo di lime
60 g di rhum bianco
scorza di un lime tritato finemente 
una manciata di menta 

Portare a bollore l'acqua con lo zucchero. Pestare le foglie di menta in un mortaio. In una caraffa miscelare lo sciroppo di zucchero, l'acqua tonica, il succo di lime, il rhum e la scorza del lime tritato finemente e porre in gelatiera. In mancanza di gelatiera, versare il tutto in una vaschetta larga di modo che il liquido sia alto un paio di centimetri al massimo, porre in congelatore e mescolare di tanto in tanto.
In alternativa, ed è il metodi più veloce, nel caso si disponga del Bimby o di un cutter potente, si possono usare 400 g di cubetti di ghiaccio ed aggiungere qualche goccia di angostura; frullare fino ad ottenere una neve fine, versare i liquidi ed...et voilà ! la granita è pronta. 


venerdì 24 luglio 2020

Macaron


Croce e delizia degli amatoriali appassionati di pasticceria i macaron sono tra i dolci di più difficile realizzazione. Per arrivare a creare gusci a regola d'arte si incappa inevitabilmente in molti tentativi falliti: gusci a forma di vulcano con tanto di crateri, piuttosto che dischi piatti come cialde, collerette storte, gusci di diametro svariato o non perfettamente tondi o screpolati nella superficie. Ma dopo teglie e teglie disastrose e tutta la casistica degli errori, si impara. 
Nelle righe che seguono ho riassunto i suggerimenti utili ed il frutto delle mie esperienze.

Per due teglie di macaron
150 g di mandorle in polvere
150 g di zucchero a velo
120 g di albumi
150 g di zucchero semolato
50 g di acqua
semi di mezzo baccello di vaniglia
3 g di colorante in polvere

1) LE TEGLIE E LA LORO PREPARAZIONE
Preliminarmente con l'aiuto di un coppapasta da 4 cm di diametro disegnare dei cerchi sul retro della cartaforno e rivestire le teglie con la carta forno facendola aderire alla teglia mettendo un po' di impasto ai quattro angoli (per evitare che la carta si sollevi con la cottura). Ciò consente di farli tutti uguali e di forma regolamentare; inoltre la cottura sarà omogenea.
Disegnare le forme in mode che siano ben distanziate: i macaron devono essere distanziati l'uno dall'altro così da permettere un'ottimale circolazione d'aria durante la cottura.
Le teglie ottimali per la cottura dei macaron sono quelle microforate in alluminio. In commercio di sono anche i tappetini in silicone con le sagome preformate: personalmente non mi sono trovata bene in quanto il silicone non conduce il calore. Inoltre i silpat con le sagome non garantiscono comunque di ottenere forme perfettamente rotonde, perchè le forme regolari dipendono in larga misura dalla modalità con la quale viene dressato l'impasto sulla teglia e dalla quantità di impasto che viene dressato.
3) LE MANDORLE, LA LORO TOSTATURA ED IL T.P.T.
Tostare in forno preriscaldato a 150 °C le mandorle in polvere per 15 minuti e poi lasciarle raffreddare completamente. Questa operazione serve da un lato per asciugare bene la farina di mandorle e dall'altra per renderla più saporita.
La farina di mandorle da usare è quella ottenuta dalle mandorle senza buccia e già macinata. Evitare di farsi in casa la farina di mandorle perché non si otterrà mai una granulometria fine. Se si utilizza mandorle non macinate finemente il guscio cotto dei macaron presenterà sulla superficie delle antiestetiche imperfezioni. Per ottenere un guscio estremamente liscio è fondamentale che la farina sia finissima. Paradossalmente, quella che si trova nella grande distribuzione va benissimo. Setacciare lo zucchero a velo, aggiungere i semi di vaniglia e poi unirli alla farina di mandorle.
Mescolare molto accuratamente e poi setacciare nuovamente le polveri utilizzando un setaccio in acciaio a maglie finissime (se del caso eliminare i granuli più grossolani, nel caso non si utilizzino mandorle macinate molto finemente). Se si utilizza la farina di mandorle del supermercato si può omettere questo passaggio. Personalmente io verso il T.P.T. (=tant pour tant; pari peso di zucchero a velo e mandorle in polvere) in più riprese nel bimby (o in un mixer o in un frullatore) e lo aziono alla massima potenza per qualche secondo. Bisogna però fare attenzione a non azionarlo troppo a lungo in quanto si rischia che le mandorle rilascino la parte grassa. (Non va dimenticato che il grasso è nemico dell'albume per cui la montata di albume, in presenza di grasso, non viene effettuata in maniera ottimale) Se è stato frullato correttamente, al tatto non risulterà unto. Frullare zucchero a velo e mandorle in polvere serve ad ottenere un composto omogeneo ed un impasto perfettamente liscio. Se, a fine lavorazione, l'impasto risultasse granuloso e non perfettamente liscio, ciò sarà da attribuire alla granulometria non sufficientemente fine della farina e al non corretto setacciamento e/o frullatura. C'è chi consiglia, dopo la frullatura, di setacciare nuovamente
Disperdere il colorante in polvere in 60 g di albumi e poi unirli al TPT di mandorle+ zucchero a velo fino ad ottenere un impasto omogeneo e tenere da parte. C'è chi unisce il colorante alla fine, dopo il macaronage: per mia esperienza non si distribuisce uniformemente.
3) PREPARARE LA MERINGA ITALIANA
In un pentolino versare i 50 g di acqua e poi i 150 g di zucchero semolato e far cuocere fino a quando la temperatura dello sciroppo  raggiunge i  110 °C. A quel punto iniziare a montare in planetaria con la frusta i restanti 60 g di albumi. Quando la temperatura dello sciroppo raggiunge i 118 °C versarlo a filo sugli albumi e montare fino a quando la meringa diventa di un colore bianco brillante e forma una cresta sulla frusta raggiunge la consistenza (la temperatura dovrà raggiungere i 45-50 °C).
Per una montata ottimale gli albumi migliori, cioè quelli usati dai professionisti, sono quelli liotizzati. Se avete accesso ai fornitori di prodotti per professionisti, non risulterà difficile procurarveli. Gli albumi pastorizzati che si trovano in vendita nella grande distribuzione - sono solitamente usati dagli sportivi - non vanno bene perché montano molto poco. E' preferibile usare albumi "vecchi", cioè separati dai tuorli, alcuni giorni prima perché sono più acidi di quelli appena separati dai tuorli. Ciò in quanto la montata di albume è facilitata dall'ambiente acido. In alternativa, per acidificare gli albumi, è consigliabile unire una piccola percentuale di limone, aceto o cremor tartaro.
4) IL MACARONAGE
Utilizzando una spatola morbida, incorporare circa un quinto della meringa alla pasta di mandorle per diluirla un po', mescolando con forza. Non ha importanza che la meringa perda aria in quanto l'obiettivo è rendere meno compatta e più fluida la pasta di mandorle. Aggiungere metà della meringa rimasta, mescolando sempre con la spatola in silicone e facendola amalgamare bene. Poi aggiungere il resto della meringa con un movimento regolare dal fondo verso l'alto ( la pasta di mandorle tende a rimanere attaccata al fondo del contenitore) e dai bordi verso il centro del recipiente fino ad ottenere la giusta consistenza (l'impasto deve essere liscio, omogeneo e leggermente fluido). Durante questa operazione, non si mescola dall'alto  verso il basso per cercare di mantenere il volume della meringa; al contrario bisogna mescolare vigorosamente l'impasto per fargli perdere aria e volume, evitando, peraltro, di incorporare bolle d'aria che creerebbero antiestetiche bollicine sul guscio dei macaron.
Questa è la fase più delicata nella preparazione dei macaron, in quanto la giusta consistenza dell'impasto determinerà la riuscita a regola d'arte o meno dei gusci. Se il composto è troppo sodo, i gusci non risulteranno lisci e con la cottura svilupperanno la gobba. Se, al contrario, è troppo fluido, i gusci saranno troppo piatti e non svilupperanno la collerette in maniera corretta.
Per capire se la consistenza è quella giusta è bene fermarsi di tanto in tanto per controllare come cade il composto dalla spatola: deve scendere in maniera fluida e continua, formando un nastro che tende ad appiattirsi sul resto del composto. Se invece cade dalla spatola a colpi, formando delle montagnette, non è ancora pronto e bisogna continuare a mescolare
5) CREARE I GUSCI
Riempire un sac a poche con beccuccio da 8 mm e dressare l'impasto all'interno dei cerchi, posizionando la bocchetta al centro del cerchio disegnato e schiacciando leggermente il sac a poche (è sufficiente una pressione minima in quanto l'impasto è fluido e tende a scendere da solo). E' fondamentale versare l'impasto perpendicolarmente alla teglia, altrimenti la cottura sarà irregolare, cioè la collerette sarà più alta da una parte e meno dall'altra.
Con le dosi di cui sopra si ottengono due teglie. E' preferibile dressare l'impasto teglia per teglia, lasciando l'impasto dentro il sac a poche. Ciò perchè, essendo preferibile cuocere una teglia alla volta, il tempo del croutage diventerebbe eccessivamente lungo.
Una volta create le forme, le teglie vanno sbattute leggermente sul piano di lavoro: in tal modo l'impasto si livella ed eventuali bolle d'aria fuoriescono. Nel caso residuassero delle bollicine sulla superficie è sufficiente bucarle con la punta di uno stecchino. Verificare che le teglie siano perfettamente piatte e che tali restino anche all'interno del forno. Se così non fosse, la cottura non potrà essere regolare ed inevitabilmente la "collerette" sarà più alta da un lato e meno dall'altro.
6) IL CROUTAGE
Lasciare asciugare per circa 30 minuti (croutage) o fino a quando sulla superficie dei macaron si forma una sorta di pellicina (la superficie non deve essere appiccicosa ed appoggiando un dito sulla superficie deve restare una leggera impronta). Il tempo di asciugatura però è variabile, essendo fortemente influenzato dalla temperatura e dall'umidità presente o meno nella stanza.
Se il croutage è eccessivamente lungo si rischia che con la cottura il macaron cresca "a vulcano", cioè a piramide con un cratere centrale oppure che si screpoli tutto sulla superficie.
7) LA COTTURA
Cuocere in forno preriscaldato a 150 °C per 14 minuti. Ci sono diverse scuole di pensiero circa la modalità statica o ventilata del forno. Nella mia esperienza ho verificato che se il ventilato è troppo potente, "sposta" l'impasto durante la cottura e la collerette non si forma in maniera regolare, cioè da un lato è più alta e dall'altro più bassa.
Il tempo di cottura è indicativo: a seconda dei forni potrà essere necessario uno/due minuti in più, così come cuocere a 140 °C.
In ogni caso, a metà cottura, è bene aprire lo sportello del forno per qualche secondo per far uscire l'eccesso di vapore
Se durante la cottura la collerette cresce moltissimo e poi si adagia ciò può dipendere dalla temperatura di cottura troppo elevata che asciuga troppo velocemente il guscio e lascia l'interno non cotto e quindi pieno di umidità, che fuoriuscendo fa crollare la collerette. Parimenti alla temperatura eccessiva del forno è riconducibile il difetto del macaron vuoto all'interno
Appena estratta la teglia, togliere subito il foglio di carta forno con i macaron dalla teglia per evitare che il calore della teglia ne prolunghi la cottura. Attendere che siano completamente freddi prima di staccarli dalla carta forno.
Sconsigliato cuocere più teglie contemporaneamente perché la cottura non sarà regolare ed uniforme. Inoltre la cottura di più teglie contemporaneamente potrebbe causare un eccesso di vapore acqueo che finirebbe con lo screpolare tutta la superficie del guscio.
Una volta cotti e raffreddati, i gusci possono essere conservati per settimane se correttamente chiusi dentro un sacchetto per alimenti in modo che non assorbano umidità. Possono anche essere congelati e scongelati in frigo
8) FARCIRE I MACARON E ACCOPPIARLI
Girare sottosopra i macaron di modo che il guscio appoggi sul piano di lavoro e allinearli. Riempire un sac a poche con la ganache e formare uno spuntone nel centro di ogni macaron. Poi adagiare sopra l'altro guscio, premendo leggermente fino a quando il ripieno non arriva verso la circonferenza.
Una volta accoppiati, i macaron vanno fatti riposare in frigorifero per una giornata dentro un contenitore chiuso (di modo che non assorbano eventuali odori presenti nel frigo). Questo riposo serve a far ammorbidire le parti interne dei gusci grazie all'umidità del ripieno. I macaron devono restare croccanti solo esternamente mentre l'interno deve essere morbido.



sabato 18 luglio 2020

Angelica




Quando, ad inizio marzo, il Presidente del Consiglio dei Ministri ha disposto la chiusura dell'Italia e, conseguentemente il divieto di spostamento da una regione all'altra, il mio primo pensiero in assoluto è andato all'estate ed alle mie vacanze in montagna, che attendo e sogno da un anno a quello successivo. Fino all'ultimo ho temuto che potessero saltare.
E sarebbe stata una sofferenza non da poco. Perché la montagna, ben prima che un luogo di vacanza, è per me la casa dell'anima. E' il mio respiro di vita.
Quest'anno ancor più dei precedenti, in cui il respiro è stato a lungo trattenuto sotto la mascherina. Il covid ha segnato uno spartiacque, un prima ed un dopo. L'emergenza è passata, ma permane quel distanziamento fisico che ci ricorda in continuazione che... non è più come prima.
Le montagne, invece, loro si che sono quelle di sempre. E sembrano non essere mai state nemmeno sfiorate dalla paura del virus.
Quassù, nella valle più a nord della nostra penisola, resta il ricordo del virus solo entrando nei piccoli negozi, che in pochi metri quadrati vendono di tutto, estraendo la mascherina dallo zaino.
Ma negli alpeggi dal verde scintillante, nei boschi di abeti, nei sentieri d'alta quota, nelle malghe e nei rifugi si respira l'aria di sempre. Che è aria di libertà, di pienezza di vita, di bellezza allo stato puro. Aria che sa di pace e di serenità.

Da "Pane e roba dolce" delle sorelle Simili
Ingredienti per il lievitino
135 g di farina (io Garofalo  W 350)
13 g di lievito di birra fresco
75 g di acqua

Per l'impasto
400 g di farina (io Garofalo W 350)
75 g di zucchero (io 140)
120 g di latte (io 140)
3 tuorli
120 g di burro
5 g di sale
10 g di latte in polvere

Per la farcitura
50 g di burro 
75 g di uvetta
75 g di scorza d'arancia candita
40 g di pinoli
70 g di gocce di cioccolato (mia aggiunta)

Per la glassa (io non l'ho messa)
4 cucchiai di zucchero a velo
1 albume d'uovo

Preparare il lievitino sciogliendo il lievito nell'acqua intiepidita (massimo 30 °C). In estate si può usare direttamente l'acqua del rubinetto. Versare la farina in una ciotola, aggiungere l'acqua con il lievito sciolto, mescolare con una forchetta e poi impastare a mano fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Coprire e lasciare che raddoppi (ci vuole poco tempo, soprattutto in estate). Io l'ho fatta durante al quarantena e ci ha messo tre quarti d'ora.
Quando il lievitino è raddoppiato, versare la farina nella planetaria (o nel bimby o in una impastatrice, o in una ciotola capiente nel caso l'impastamento venga fatto manualmente), aggiungere il lievitino, lo zucchero (il quantitativo di zucchero della ricetta originale è decisamente troppo poco, ma in parte è giustificato dal fatto che a cottura ultimata andrebbe colata una glassa fatta con zucchero a velo ed albume; ma io preferisco un impasto leggermente più dolce ed omettere la glassa che generalmente è un po' stucchevole), il latte in polvere, il latte ed i tuorli ed impastare a bassa velocità finché gli ingredienti si saranno amalgamati e l'impasto sarà liscio ed omogeneo.
Unire il burro morbido un po' alla volta mescolato con il sale e continuare a lavorare fino a quando l'impasto sarà incordato ovvero omogeneo, non appiccicoso, lucido ed elastico.
Trasferire in un contenitore graduato trasparente (in tal modo si controlla esattamente lo sviluppo dell'impasto), coprire con la pellicola alimentare o con un coperchio e lasciare raddoppiare.
Una volta che l'impasto sarà raddoppiato, versarlo sul piano di lavoro leggermente infarinato e stenderlo in forma rettangolare ed allo spessore di 3 mm con un matterello.
Spennellare con il burro a pomata  e cospargere l'uvetta, precedentemente ammollata ed asciugata, la scorza d'arancia, i pinoli e le gocce di cioccolato e passere delicatamente il matterello di modo che rimangano incollati. Arrotolare dal lato lungo. Con la punta di un coltello affilato, incidere sempre per il lato lungo in modo da creare due cordoni, lasciando un paio di centimetri uniti da un lato.
Intrecciare i due cordoni di pasta lasciando la parte farcita verso l'alto e sovrapponendo il cordone di sinistra sul destro e poi il destro sul sinistro fino alla fine e poi unire gli estremi in un cerchio.
E' consigliabile eseguire questa operazione direttamente su un foglio di carta forno in modo da spostare la "corona" di pasta senza problemi.
Coprire con un telo e lasciare lievitare fino al raddoppio. Ci vorrà un'oretta.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 °C per 35-40 minuti (a cottura ultimata la temperatura al cuore dovrà essere di 94-96 °C). Regolarsi con il proprio forno e se la superficie scurisce troppo coprire con un foglio di alluminio.
Appena estratta dal forno, spennellare la superficie con la glassa ottenuta sbattendo lo zucchero a velo setacciato con l'albume. Reinfornare per un minuto e poi sfornare di nuovo.

domenica 12 luglio 2020

Chiffon cake alle nociole



"Non ce puoi proprio fare, mamma", ha sentenziato mio figlio con tono di riprovazione venato di rassegnazione.
Ma non posso proprio dargli torto. Non riesco a partire per le vacanze lasciando sospesi a casa o, peggio, al lavoro. Il rientro, già di suo, mi aggrada poco. E nei giorni di ferie si accumula in ogni caso lavoro. Se poi mi accompagna il pensiero di arretrati pre-ferie, la fatica del rientro aumenta. Così la settimana della partenza immancabilmente do fondo alle ultime energie per non lasciare bucato da lavare e stirare e pulizie di fondo da eseguire. Quest'anno ho lavato a stirato tutte le tende di casa...di sera, dopo dieci ore di fila di lavoro !
Ma il "non ce la puoi fare" di mio figlio è anche riferito al fatto che io non riesco proprio a partire con
un numero ragionevole - ragionevole...dal suo di punto di vista ! - di bagagli, intesi in senso lato. In effetti viaggiamo in due con il bagagliaio strapieno e pure tutto l'abitacolo è ricolmo.
No, non mi porto una vagonata di vestiti e scarpe. Di certo, tutti quelli che servono per le nostre escursioni giornaliere tra pascoli, sentieri e cime senza essere costretta a lavare indumenti durante il soggiorno, opzione non contemplata minimamente !
I libri, e pure tanti, di certo non possono mancare. Da leggere la sera con il pile addosso, una copertina sulle gambe ed una tazza fumante di tisana alle erbe dell'Alto Adige.
E poi i viveri. Si lo so che il cibo da acquistare lo si trova ovunque, ma nei paesini di montagna la frutta e la verdura lascia alquanto a desiderare. Così io mi porto le cassette piene di vegetali. Anche perché la montagna me la vivo dall'alba al tramonto e usare il tempo per fare la spesa non mi garba per nulla.
Ammetto che non è indispensabile partire con anche il dolcino al seguito. Ma volete mettere il piacere di una fetta di torta soffice come un batuffolo di cotone al calduccio del "mio" maso al limitare del bosco? Tanto più se il viaggio è stato noioso perchè interamente sotto la pioggia che mi ha tolto il piacere di godere del paesaggio interamente sommerso dalle nubi. E la temperatura a 1200 m di quota non è certo quella della città.

Ingredienti per uno stampo da angel cake da 24-26 cm di diametro.
170 g di farina
80 g di nocciole tostate in polvere
250 g di zucchero
6 uova medie
105 g di olio
200 g acqua
10 g di lievito
scorza trattata finemente di un'arancia
un pizzico di sale

Preparare in una ciotola gli ingredienti secchi, mescolando con un cucchiaio la farina setacciata con il lievito, la polvere di nocciole ed il sale. 
Con uno sbattitore casalingo munito di fruste montare leggermente (per un paio di minuti) i sei tuorli con 130 g di zucchero semolato e la scorza d'arancia. Non è necessario montarli al massimo in quanto si ingloberebbe una quantità eccessiva di aria (l'aria necessaria viene già inglobata con la montata di albume e zucchero).
Versare l'acqua e l'olio sui tuorli sbattuti e montare lo stretto indispensabile per incorporarli agli ingredienti secchi fino ad ottenere un composto omogeneo. 
Unire gli ingredienti secchi e montare con le fruste elettriche per un minuto a velocità media. Non serve sbattere più a lungo, anzi è controproducente perché si ingloberebbe talmente tanta aria che, aggiunta a quella che si forma con la cottura per effetto del lievito e dell'aria inglobata dalla montata di albumi, il dolce si gonfierebbe in maniera smisurata...per poi sgonfiarsi repentinamente all'uscita dal forno. Lo dico per esperienza diretta con le prime chiffon ! 
Nella ciotola con gli albumi, aggiungere i restanti 120 g di zucchero semolato e montare il composto fino ad ottenere una consistenza molto cremosa ma abbastanza densa. Non bisogna montare troppo perchè se si monta eccessivamente nel momento in cui si miscela l'albume ai restanti ingredienti parzialmente si sgonfia
Versare un terzo del primo composto negli albumi montati, incorporando il tutto delicatamente a mano con una spatola con movimenti dal basso verso l'alto. Continuare fino ad esaurire gli ingredienti.
Versare nello stampo non imburrato (lo stampo non va assolutamente imburrato perchè diversamente dopo cottura la torta di affloscerebbe su se stessa) e cuocere a 160 °C per 60 minuti. Un'ora ci vuole tutta !
Appena tolto lo stampo dal forno, capovolgerlo e lasciarlo in quella posizione fino a raffreddamento completo. Asciugandosi si staccherà un po' alla volta dalle pareti. Se così non fosse è sufficiente passare la lama di un coltello.


martedì 7 luglio 2020

Bavarese al porto e namelaka al pralinato


Tre quarti di luna dominano la scena ed illuminano il profilo delle colline circostanti. Una leggera brezzolina accarezza la pelle ancora calda dopo una giornata assolata ed afosa ed induce ad attardarsi pigramente anche se l'ora è ormai tarda. I grilli si sono dati appuntamento e sono così chiassosi che coprono le nostre voci. Un'amica ritrovata dopo mesi e tante chiacchiere arretrate. Sembra quasi una sera d'estate come molte ne ho vissute e godute in passato. Un'inizio che fa ben sperare per le settimane a venire.

Ingredienti per 20 bicchierini
Per la bavarese al vino liquoroso
200 g di latte
95 g di tuorli
30 g di zucchero semolato
8 g di gelatina in fogli o in polvere
80 g di porto
200 g di meringa italiana
200 g di panna fresca 

Preparare la meringa italiana.
In una casseruola versare 20 g di acqua e 95 di zucchero semolato, portate a bollore e cuocere fino a quandolo sciroppo arriva a 121 °C. Nel frattempo in planetaria con la frusta o con uno sbattitore casalingo munito di fruste, montare leggermente 100 g di albumi. Raggiunta la temperatura dello sciroppo, versarlo sugli albumi e montare fino a raffreddamento completo.
Mettere in ammollo la gelatina in fogli in acqua fredda. Nel caso di utilizzo di gelatina in polvere, utilizzare 40 g di acqua: verrà interamente assorbita.
In una casseruola mescolare i tuorli con lo zucchero, unire il latte bollente e cuocere a 84 °C mescolando in continuazione per evitare di far attaccare la crema.
Togliere la casseruola dal fuoco, unire la gelatina ammollata e strizzata (se in fogli) e farla sciogliere e poi il porto e mescolare.
Con una spatola con movimenti dal basso verso l'alto unire la meringa italiana e poi la panna semimontata. 
Versare 40 g di composto in ogni bicchierino e porre in frigorifero fino a quando si sarà solidificata del tutto; oppure abbattere di temperatura e congelare.

Per il crumble al cacao e gruè
25 g di farina
5 g di cacao in polvere amaro
25 g di zucchero
25 g di burro
25 g di nocciole macinate finemente
10 g di gruè di cacao

In un terrina mescolare con la punta delle dita tutti gli ingredienti fino ad ottenere delle briciole grossolane. Porle in congelatore per una mezz'ora (manterranno meglio la forma durante la cottura). Cuocere in forno preriscaldato a 180 °C per una decina di minuti.
Una volta raffreddato distribuire il crumble nei bicchierini.


Per la namelaka al cioccolato al latte 
265 g di cioccolato al latte
150 g di latte fresco 
50 g di pralinato
4 g di gelatina 
300 g di panna fresca

Sciogliere il cioccolato nel micronde a bassa potenza e aggiungere il pralinato.
Portare a bollore il latte, unire la gelatina precedentemente ammorbidita in acqua fredda e farla sciogliere completamente e versare sul cioccolato. Emulsionare con il frullatore ad immersione ed incorporare la panna liquida fredda. Conservare in frigorifero per almeno 10-12 ore. Al momento dell'utilizzo montarla in planetaria o con le fruste di uno sbattitore casalingo, inserirla in un sac a pochè e creare dei decori sopra il crumble.

sabato 4 luglio 2020

Crostata al cacao con namelake ai due cioccolati




Due anni e mezzo. Tanto ne è passato da quando ho realizzato questo dolce. Ne ho parecchie di ricette che attendono di essere scritte su queste pagine, ma non così risalenti. Ogni volta che scorro le foto dei dolci sperimentati per scegliere quale pubblicare queste restavano lì.
Perchè sono legate ad un sogno che ho cullato per un anno intero e che ero vicina a realizzare. Ma era un sogno che è stato mal riposto. A cui è seguita comunque una grande delusione. Che ancora avverto se ci torno con la mente. Ma che voglio consegnare al passato.

Pasta frolla al cacao
250 g di farina
125 g di burro (25°C)
100 g di farina di mandorle
55 g di albumi
115 g di zucchero a velo
25 g di cacao in polvere
1 g  di sale
1/2 bacca di vaniglia

Setacciare nella ciotola della planetaria 125 g di farina, aggiungere il burro a pezzetti e la polpa della vaniglia, quindi sabbiare bene.
Aggiungere lo zucchero, gli albumi, il cacao setacciato e la farina di mandorle.
Iniziare a lavorare a bassa velocità fino ad ottenere un composto quasi amalgamato ed aggiungere il sale. Incorporare quindi la restante farina setacciata e continuare a lavorare finchè il composto non sarà ben omogeneo.
Formare un panetto e chiudere con pellicola alimentare, lasciar riposare in frigorifero almeno 12 ore prima di utilizzare.
Stendere con il mattarello ad uno spessore di 3 mm e foderare lo stampo (prima i bordi e poi il fondo) e cuocere in forno preriscaldato a 150 °C per 25 minuti.
La frolla rimanente può essere congelata sia cruda che cotta.

Per il biscotto al cucchiaio 
Da "Pasticceria: le mie ricette di base" di Maurizio Santin
3 uova medie
40 g di farina 00
75 g di zucchero semolato

Tirare fuori per tempo dal frigo le uova di modo che raggiungano la temperatura ambientale, in tal modo monteranno meglio e più velocemente.
Nella planetaria con la frusta o con uno sbattitore casalingo, montare i sei tuorli e tre albumi con metà dello zucchero fino ad avere un composto bianco e spumoso.
A parte, montare i restanti tre albumi con la rimanente parte di zucchero. Dopo di che, a mano, con una spatola, con movimenti dal basso verso l'alto unirli alla montata di tuorli, albumi e zucchero.
Da ultimo, sempre mescolando a mano con una spatola, incorporare la farina, precedentemente setacciata.
Con l'aiuto di un sac a poche con beccuccio da 6 mm stendere sulla teglia del forno, 
Cuocere in forno preriscaldato a 180 °C fino a colorazione.
Si otterrà un biscuit molto morbido che non necessita in alcun modo di bagna.
Una volta raffreddato, ricavare un rettangolo e posizionarlo sul fondo della frolla.

Per la namelaka cioccolato bianco e pistacchio
Da "Le mie 24 ore dolci" di Gianluca Fusto
110 g di cioccolato bianco 35%
100 di pura pasta di pistacchio di Bronte
2 g di gelatina
80 g di latte intero
4 g di sciroppo di glucosio (facoltativo)
250 g di panna fresca 35% m.g.

Reidratare la gelatina in con 10 g di acqua fredda (dovrà essere assorbita interamente).
Amalgamare la pasta di pistacchio al cioccolato, precedentemente fuso nel microonde o a bagnomaria a 40-45°C.
In una casseruola portare a bollore il latte, quindi aggiungere la gelatina e lo sciroppo di glucosio.
Versare poco alla volta il liquido sul cioccolato fuso, frizionando energicamente fino ad ottenere un nodo elastico e brillante. Ripetere l'operazione almeno 3 o 4 volte. Frullare il tutto con un frullatore ad immersione per 2 minuti per affinare la struttura, facendo attenzione a non inglobare bolle d'aria. Controllare la temperatura del composto, che deve superare i 35 °C (punto di fusione del burro di cacao), quindi unitevi la panna liquida (non montata). Mixare nuovamente senza inglobare bolle d'aria.
Fare cristallizzare in frigorifero a 4° C per almeno sei ore con pellicola a contatto.
Con un sac a pochè creare i ciuffi sopra il biscuit alternando li a quelli di namelaka al fondente.

Per la namelaka al cioccolato fondente
Da "Percorsi" di Gianluca Fusto
110 g di latte fresco intero
5 g di glucosio
5 g di gelatina alimentare in fogli o in polvere
25 g di acqua (per idratare la gelatina)
160 g di cioccolato fondente al 70%
225 g di panna fresca 35% di m.g.

Reidratare la gelatina con l'acqua fredda (dovrà essere assorbita interamente).
Sminuzzare il cioccolato fondente e scioglierlo a bagnomaria.
In una casseruola portare a bollore la panna. Togliere dal fuoco, unire il glucosio e la gelatina.
Versare il latte in tre-quattro volte sul cioccolato fondente fuso, frizionando energicamente fino ad ottenere una crema lucida.
Mixare con il frullatore ad immersione per affinare la struttura, facendo attenzione a non inglobare aria.
Controllare che il composto sia sopra i 35 °C (punto di fusione del burro di cacao) e unirvi la panna fresca.
Mixare nuovamente facendo attenzione a non inglobare bolle d'aria.
Lasciare raffreddare in frigorifero per almeno sei ore, coprendola con la pellicola alimentare a contatto.

giovedì 2 luglio 2020

Pan brioche


Altro che cella di lievitazione ! Il clima della pianura padano veneta, con la sua percentuale altissima di umidità e le temperature elevate è perfetto per le lievitazioni. Un po' meno per l'accensione del forno, ma questo lo si può considerare un dettaglio trascurabile (beh...mica tanto ad onor del vero !!) al quale ovviare cuocendo in tarda serata. Del resto è un sacrificio sopportabile al pensiero di una fetta fragrante di pane l'indomani mattina con la propria confettura preferita.

Da "Tiramisù e chantilly" di Luca Montersino
Ingredienti per uno stampo da 30 cm
500 g di farina 00
80 g di latte fresco intero
15 g di lievito di birra (io ne ho messi 7)
180 g di uova intere
70 g di zucchero semolato
15 g di miele
7 g di rhum
180 g di burro
7,5 g di sale
scorza grattugiata di un limone
semi di mezzo baccello di vaniglia


Io ho usato la farina per brioche di Dalla Giovanna e mi sono attenuta alle grammature indicate da Montersino. Se usate farina della grande distribuzione, tenete indietro una parte delle uova e regolatevi in base all'assorbimento della farina.
Nella ciotola della planetaria o nel boccale del bimby mettere la farina con il lievito sciolto nel latte a temperatura ambiente, le uova, lo zucchero semolato, il miele, il rhum, la buccia di limone e i semi di vaniglia e lavorare con il gancio fino a quando non incorda.
Unire il sale e poi il burro morbido incorporandolo all'impasto un po' alla volta fino ad ottenere un composto omogeneo.
Trasferire in un contenitore graduato (consente di controllare meglio la lievitazione) e lasciare lievitare a temperatura ambiente fino a quando non sarà raddoppiato di volume.

Al raddoppio dell'impasto, sgonfiarlo impastando con le mani sul piano di lavoro e riporlo, sempre coperto con la pellicola, in frigo per tre ore. 
Trascorso tale tempo, dividere l'impasto in quattro pezzi da 260 g ciascuno e arrotolarli pirlandoli.
Inserirli nello stampo foderato di carta forno e lasciare raddoppiare coperto a temperatura ambientale, meglio se in ambiente tiepido.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 °C. Montersino dice per 25 minuti. Il mio ce ne ha messi 40. In ogni caso regolatevi con il vostro.



lunedì 29 giugno 2020

Semisfere al fondente e mousse al mascarpone e marsala



Anche quando invito gli amici a cena finisco sempre con il preparare una torta: più rassicurante nella sua preparazione ma fin troppo banale e scontata nel servizio. Ma le monoporzioni al piatto sono tutta un'altra storia.

Per la mousse al mascarpone e marsala
Da "Dolci - manuale pratico di pasticceria" di Giovanni Pina
30 g di tuorlo
30 g di zucchero
6 g di farina 00
65 g di marsala (io 100)
440 g di panna (io 300)
45 g di zucchero a velo
175 g di mascarpone (io 250)
10 g di gelatina in fogli o in polvere (io 8)

Mettere in ammollo la gelatina in acqua fredda. Nel caso di utilizzo di gelatina in polvere, versare la gelatina in 40 g di acqua: verrà assorbita interamente.
In una casseruola mescolare il tuorlo con lo zucchero e la farina senza montarli. Unire il marsala intiepidito e cuocere fino al raggiungimento della temperatura di 82 °C. Togliere la casseruola dal fuoco e unire la gelatina ammollata e strizzata (o quella in polvere reidratata).
Attendere che la temperatura del composto scenda a 30-35 °C e poi unire 100 g di panna semimontata, mescolando a mano con una spatola con movimenti dal basso verso l'alto. Unire il tutto alla restante panna semimontata, sempre mescolando a mano dal basso verso l'alto: in questo modo si riesce a bilanciare perfettamente la fluidità delle due masse.
Mettere in mascarpone in un'altra ciotola e mescolarlo delicatamente con 200 g del composto appena preparato, sempre mescolando delicatamente a mano. Infine, aggiungere questo composto alla restante miscela di crema leggera allo zabaione e panna. Con questi doppi passaggi risulterà più facile incorporare il mascarpone senza problemi di granitura.
Con l'aiuto di un sac a poche, versare la crema nelle semisfere da 5 cm di diametro e congelare.
Le dosi sono molto abbondanti ma ridurle rende molto difficoltosa l'esecuzione...considerate le grammature della crema di base.

Per la bavarese al cioccolato fondente 
Da "Enciclopedia del cioccolato" dell'Ecole Valrhona
150 g di cioccolato fondente 70%
6 g di gelatina in foglio o in polvere
350 g di crema inglese
450 g di panna fresca

Per la crema inglese per la bavarese
Dall'Enciclopedia del cioccolato dell'Ecole du Grand Chocolat Valrhona 
40 g di tuorli
35 g di zucchero semolato
165 g di latte fresco intero
165  g di panna fresca 35% m.g.

In una casseruola portare a bollore il latte e la panna. Nel frattempo, in un'altra casseruola mescolare i tuorli con lo zucchero. Quando i liquidi arrivano al bollore versarli sul composto di tuorli e zucchero e amalgamare. Cuocere a fuoco lento, mescolando con una frusta in modo da non fare attaccare la crema sul fondo, fino a quando raggiungerà la temperatura di 82-84 °C (attenzione a non superala, diversamente la crema si "straccia"). La dose finale è leggermente superiore a quella che sarà necessaria. Quella in esubero...è così buona che ve la mangere a cucchiaiate !

Spezzare il cioccolato a farlo fondere a bagnomaria o nel forno a micronde (posizione scongelamento o potenza 500 W, mescolando di tanto in tanto).
Nel frattempo mettere in ammollo la gelatina con l'acqua fredda e poi scioglierla nella crema inglese.
Versare la crema inglese sul cioccolato fuso in tre riprese, mescolando energicamente con una spatola in silicone descrivendo dei piccoli cerchi per ottenere un nucleo elastico e lucido. Lasciare raffreddare il composto fino a quando raggiunge la temperatura di 35 °C (In abbattitore saranno sufficienti cinque minuti).
Nel frattempo montare la panna. Non completamente, ma fino a quando diventa soffice e lucida: tecnicamente vine definita panna semimontata.
Mescolando a mano con una spatola, versare il composto al cioccolato sulla panna montata e mescolare con una spatola con movimenti dal basso verso l'alto per amalgamare i due composti.
Con un sac a poche con beccuccio liscio riempire a tre quarti le semisfere e poi inserire in ognuna una semisfera di mousse al mascarpone. Livellare con una spatola e appoggiare un dischetto di frolla.
Porre in surgelatore.

Per la glassa al cioccolato fondente di Maurizio Santin
225 g di zucchero
175 g di acqua
150 g di panna
40 g di glucosio
50 g di cacao
6 g di gelatina

Premetto che la glassa è tanta e ne avanzerete ma è impossibile calcolare con precisione chirurgica il giusto quantitativo perché la glassa va colata. Io preferisco averne d'avanzo per non correre rischi
Cuocere lo zucchero, il glucosio e l'acqua a 109 °C, aggiungere la panna ed il cacao precedentemente setacciato (bando alla pigrizia e non omettete questo passaggio...altrimenti ve ne pentirete !). Portare ad ebollizione. Infine aggiungere la gelatina, precedentemente ammorbidita in acqua fredda. Nella ricetta non è scritto, ma altri professionisti, in ricette analoghe, consigliano di conservare la glassa per una notte in frigorifero. In ogni caso va usata ad una temperatura adeguata. La ricetta dice di 25-30 °C. Io l'ho usata a 22 °C: a temperature superiori era troppo liquida. Molto dipende dalla vischiosità del cacao e dalla qualità della gelatina adoperata. In ogni caso, bisogna prestare molta attenzione a colarla alla giusta temperatura: non deve essere troppo calda perché, se così fosse, sarebbe troppo liquida e, a contatto con il dolce, scorrerebbe via troppo in fretta e non si formerebbe uno strato adeguato. Viceversa se la temperatura della glassa è troppo bassa, a contato con il dolce, non scorre. La glassa va colata sulle semisfere appena estratte dal congelatore e appoggiate su una griglia adagiata su una teglia, in modo da raccogliere la glassa in eccesso. Va versata con movimenti decisi, utilizzando una caraffa con beccuccio.

Per la decorazione in cioccolato
Sciogliere 50 g di cioccolato fondente e riempire un piatto fondo con cacao setacciato. Mettere il cioccolato fuso in un sac a poche e creare dei bastoncini sopra il cioccolato. Porre in frigo a solidificare. Quando il cioccolato si sarà indurito il cacao resterà attaccato al cioccolato creando l'effetto "rustico".

giovedì 25 giugno 2020

Strawberries field


Da che mi ricordi io, negli anni l'estate si è sempre presentata molto in anticipo sulla data del calendario, entrando in scena come una prima attrice e senza curarsi di lasciare che la primavera desse il meglio di sè. Quest'anno si è fatta annunciare dal vento. Fenomeno assai insolito e raro nella pianura padano veneta. Un vento leggiadro e allegro. Persino profumato. Che si è portato appresso nuvole bianche sfilacciate e cieli di un'azzurro così intenso da essere seducente. Un continuo richiamo ad alzare lo sguardo, quasi una promessa per i giorni a venire. Poi, puntuale sul calendario, lei è arrivata, quasi in sordina. Ha regalato le sue prime giornate soleggiate ma con l'aria tersa e asciutta. Da segnare sul calendario a queste latitudini. Magari fossero tutte così !
La attendo sempre con gioia l'estate. E con grandi aspettative che, anno dopo anno, non sono mai andate deluse.
Quella appena iniziata, comunque andrà, sarà diversa...

Ingredienti per una torta da 22 cm di diametro
Per la frolla all'orzo 
Da "Crostate" di Gianluca Fusto
100 g di burro
85 g di zucchero a velo
30 g di mandorle in polvere
50 g di uova (1 medio)
120 g di farina
110 g di farina d'orzo

Queste dosi sono abbondanti. La frolla rimanente può essere congelata sia cruda che cotta. Io preferisco tenermi larga con i quantitativi di frolla perché dosaggi scarsi sono difficili da lavorare. E poi in famiglia amano avere dei biscottini da sgranocchiare.
Ammorbidire il burro a 25 °C con il micronde a bassa potenza. In planetaria con la foglia unire  il burro ammorbidito, l'uovo, lo zucchero a velo e la farina di mandorle e far amalgamare senza inglobare aria. Aggiungere le farine e lavorare quel tanto che serve ad ottenere un composto omogeneo. Formare un panetto, avvolgere nella pellicola alimentare e lasciar riposare in frigorifero per almeno tre ore.
Stendere la pasta con il matterello ad uno spessore di 3 mm. Ritagliare una striscia di pasta di 2 cm di larghezza e rivestire la circonferenza di un anello microforato. Poi coppare un cerchio da 21 cm di diametro in modo da creare il fondo della torta. Far riposare nuovamente in frigorifero.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 °C per dieci minuti. Poi versare l'impasto di biscuit al lime e cuocere per altri dieci minuti.

Per il biscuit al lime
Da "Michalak masterbook"
50 g di uova (1 medio)
80 g di zucchero semolato
40 g di panna acida
20 g di olio d'oliva
60 g di farina
1 g di lievito
scorza di un lime (solo la parte verde)

Con uno sbattitore casalingo munito di fruste sbattere l'uovo con lo zucchero semolato e la scorza del lime fino ad ottenere una consistenza gonfia e spumosa. Unire la panna e poi l'olio. Da ultimo aggiungere la farina setacciata con il lievito. Versare nel guscio di frolla e cuocere per dieci minuti.

Per il cremoso al cioccolato bianco e fiori di sambuco
160 g di latte
160 g di panna fresca 98% m.g.
150 g di cioccolato bianco
70 g di tuorli
30 g di zucchero semolato
3 g di gelatina in fogli o in polvere
2 corolle grandi di fiori di sambuco oppure semi di un baccello di vaniglia

La sera prima mettere in infusione a freddo nella panna i fiori di sambuco ricavati da due corolle grandi.
Io ho usato il cioccolato bianco Opalys della Valrhona. Se usate quello della grande distribuzione, scegliete il Novi e non il galax che ha oli vegetali e non il burro di cacao.
Mettere in ammollo la gelatina con l'acqua fredda. Nel caso di utilizzo di gelatina in polvere usare 10 g di acqua: dovrà essere interamente assorbita.
In una casseruola portare a bollore la panna (scolata dei fiori; va ripesata e va aggiunta panna fino a raggiungere il peso di 160 g) con il latte.
In un'altra casseruola mescolare lo zucchero con (i semi del baccello di vaniglia se optate per questa aromatizzazione) i tuorli.
Unire i liquidi e cuocere a 82 °C mescolando in continuazione per non far attaccare la crema sul fondo.
Togliere dal fuoco e unire la gelatina (strizzata se è quella in fogli), mescolando bene per farla sciogliere.
Aggiungere poi il cioccolato bianco precedentemente sminuzzato, mescolare bene per farlo sciogliere.
Versare il cremoso dentro uno stampo in silicone da 20 cm di diametro o dentro un anello foderato nella circonferenza con una striscia di acetato e appoggiato su una teglia.
Abbattere di temperatura fino a surgelazione completa.

Assemblaggio finale del dolce.
Spruzzare la circonferenza del dolce con il burro di cacao in spray (operazione facoltativa) e poi adagiare il disco sopra la crostata.
Decorare con fragole a rondelle e lucidare con gelatina neutra.

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