mercoledì 28 maggio 2014

Mattonella alla fragola


Mi sono divertita a lungo senza degnarli di attenzione e adesso ne pago le conseguenze.
Ho sfornato crostate e loro non li ho presi per nulla in considerazione.
Ho prodotto un bel po' di crema pasticcera usata quà e là. E anche con lei loro non hanno nulla a che vedere.
Per non parlare di cremosi, mousse e bavaresi: loro proprio se ne devono stare alla larga.
Loro però non reagiscono subito, ribellandosi, come sarebbe naturale e reclamando attenzione.
No...no...no ! Loro se ne stanno in gruppo, si rinforzano e si organizzano a mo' di truppe militari stile guerra in Vietnam: si danno alla macchia e si nascondono quà e là.
Come....loro chi ????
Ma gli albumi !!! Chi altri, sennò ?!?!
Taluni si nascondono dietro un cespo di insalata. Altri si mimetizzano all'insaputa di un cartone del latte.
Ma qualcuno rompe le righe e te lo trovi davanti al naso non appena apri la portiera del frigo.
Allora non hai scampo e capisci che la guerra è in atto.
Meglio imbracciare la frusta della planetaria e combattere senza esclusione di colpi.
Perchè loro devono  assolutamente soccombere !
E se volete qualche idea su come farli fuori, vi suggerisco qualche mossa che ho fatto nella mia ultima guerra: mousse al limone e gelatina di aranciatortini di nocciolanocciolini al creminomeringata ciocco moussecestini di-meringa e panna

Per uno stampo da 20 cm
Per il biscotto success (dalla dispensa di un corso all'Etoile)
300 g di albume
150 g di zucchero semolato
180 g di farina di mandorle
180 g di zucchero a velo
60 g di farina
60 g di burro
60 g di pasta pura di pistacchio di Bronte (mia aggiunta) 

Montare in planetaria l'albume con lo zucchero semolato fino ad ottenere una consistenza cremosa ma sostenuta.
Nel frattempo setacciare insieme due volte la farina, lo zucchero a velo e la farina di mandorle e fondere in una casseruola il burro (non deve diventare completamente liquido, altrimenti l'acqua si separa dalla parte grassa, bensì deve restare bianco). Aggiungere al burro fuso la pasta di pistacchi e mescolare accuratamente.
Aggiungere una cucchiaiata di burro fuso alla montata di albume e zucchero, mescolando con la frusta (non con la spatola).
Unire le polveri all'albume montato, miscelando delicatamente con la spatola, facendo attenzione a non smontare il composto.
Da ultimo aggiungere il burro e amalgamarlo delicatamente.
Aiutandosi con un sac a poche, formare sulla teglia due quadrati di 22 cm di lato ciascuno e cuocere in forno preriscaldato a 180 °C per 15 minuti (fare attenzione a non cuocere troppo altrimenti si asciuga; deve restare umido).
Lasciar raffreddare e ricavare due quadrati di 20 cm di lato ciascuno.

Per la mousse alla fragola (dalla dispensa di un corso all'Etoile)
400 g di purea di fragole
10 g di gelatina
110 g di zucchero semolato
35 g di acqua
50 g di albume
240 g di panna fresca 35% di grassi e senza carragenina
(200 g di fragole intere per la decorazione finale)

Due premesse.
Le fragole: fanno la differenza. Da quando, l'anno scorso, i miei verdurai me l'hanno fatta conoscere, uso solo la varietà Candonga coltivata in Basilicata. Vi posso assicurare che è senza eguali. Non teme confronti con altre varietà (io ho una passione sfrenata per le fragole e di varietà ne ho testate più d'una). Molto soda ed altrettanto dolce e profumata. Consistente ed intensa, anche nel colore. Una tira l'altra, così al naturale. Non c'è fragola trentina (tanto pubblicizzata) che tenga (benché con l'aria di montagna si possa pensare che il gusto ne guadagna !). La Candonga è prefetta per i dolci perchè il sapore è persistente e la consistenza polposa, mentre le altre varietà di fragola tendono ad essere molto acquose. Siamo sul finire della stagione ma se la trovate...non la abbandonate più !
Ricette di mousse di fragole ve se nono tante, ogni professionista della pasticceria ha la sua. Per me la migliore resta questa dell'Etoile che, a differenza delle altre, ha una percentuale molto più alta di fragole. Il che assicura un sapore ed un colore (la foto è orrenda e non rende giustizia al colore dal vivo) più marcati.

Preparare la meringa italiana
Mettere in un pentolino l’acqua e lo zucchero e far bollire fino a quando raggiungono la temperatura di 121°. Quando l’acqua e lo zucchero son arrivati a 115° cominciare a montare gli albumi in planetaria o con lo sbattitore casalingo. Quando lo sciroppo di zucchero è a 121° versarlo a filo sugli albumi continuando a montare in planetaria o con lo sbattitore fino a quando il composto si sarà raffreddato. Riporlo in frigorifero.
Mettere in ammollo la gelatina con un po’ d’acqua per una decina di minuti. Scaldare a 30 °C 50 g di purea di fragole. Unire la gelatina strizzata bene e farla sciogliere e poi versare il tutto nella restante purea.
Versare il composto alla fragola a filo sulla meringa italiana mescolando delicatamente in modo da non smontarla.
Nel frattempo semimontare la panna azionando la planetaria a velocità sostenuta (prima di montarla tenerla in frigo direttamente nella ciotola della planetaria o del recipiente nel quale viene montata perché la panna monta meglio se è fredda).
Versare il composto di fragola e meringa italiana sulla panna a cucchiaiate (non viceversa) e mescolare delicatamente.
Appoggiare lo stampo di acciaio su un vassoio sopra il quale è stato posato un foglio di acetato. Disporre le mezze fragole fresche sul fondo.
Versare metà mousse. Adagiare un quadrato di biscotto. Versare la restante parte di mousse e coprire con il restante quadrato.
Porre in congelatore a solidificare (in abbattitore saranno sufficienti due ore).
Una volta congelata, capovolgere il dolce, togliere dallo stampo, gelatinare con gelatina neutra a freddo e decorare con le fragole).

Ringrazio Nina del blog Fragola e cannella per aver pensato a me per

che giro a tutte le mi amiche blogger che affettuosamente mi seguono

giovedì 22 maggio 2014

Royal




La mitica prima volta. Il primo slancio del cuore innamorato. La prima alba dalla vetta di un quattromila. La prima volta a Parigi. Il primo abbraccio dato a mio figlio dopo il parto.
"Se c'è una cosa al mondo che odio sono i proverbi; e quello che odio più di tutti è 'c'è sempre una prima volta'. Si è vero c'è sempre una prima volta ma di solito la prima volta non è un gran che, almeno nel mio caso". Anche nel mio di caso, svariate volte. Le prime disastrose torte glassate e quelle cremose. La prima discesa con gli sci. Il primo discorso impacciato in pubblico.
"Sono molto più importanti le ultime volte. Le ultime volte che ti cantano una ninna nanna, l'ultima volta che esci dal cancello della tua scuola, l'ultima volta che vai in bici con le rotelle, l'ultima volta che dormi sereno senza l'uso del valium". L'ultima volta che abbracci qualcuno che ami e che se andrà per sempre. L'ultima volta che ti è permesso un dolce paradisiaco al cioccolato come questo.
Purtroppo nessuno ti avverte mai che quella che stai vivendo è l'ultima volta. Di solito non te ne accorgi nemmeno". (dal film "Pazze di me")

Dall'Enciclopedia del cioccolato dell'Ecole du Grand Chocolat Valrhona
Per una torta da 22 cm di diametro
Per la daquoise alle mandorle
35 g di farina
100 g di mandorle in polvere
120 g di zucchero a velo
170 g di albumi
60 g di zucchero semolato

In una terrina setacciare la farina con le mandorle in polvere e lo zucchero a velo.
Montare in planetaria, o con le fruste di uno sbattitore casalingo, gli albumi aggiungendo lo zucchero semolato a poco a poco ma rapidamente in modo da ottenere degli albumi montati di consistenza perfettamente liscia.
Incorporare delicatamente a mano con la spatola di silicone la miscela di polveri setacciate.
Aiutandosi con un sac a poché versare l'impasto su una teglia e cuocere in forno preriscaldato a 180 °C per 8-10 minuti.
Lasciar raffreddare e ricavare un disco di 20 cm di diametro.

Per il pralinato maison
100 g di nocciole
100 g di mandorle spellate
150 g di zucchero semolato

Queste sono le dosi indicate nel libro. Ne basteranno 200 g per fare il croccante pralinato. Quello che vi avanza...tranquilli che ve lo mangerete pezzo dopo pezzo !
Tostare la frutta secca in forno a 150 °C per dieci minuti circa fino ad ottenere una bella colorazione ambrata. lasciare raffreddare alcuni istanti poi spellare le nocciole (se volete risparmiarvi questa operazione usate direttamente nocciole tostate). Tenere in caldo.
Realizzare un caramello a secco. Preriscaldare una casseruola, preferibilmente di rame, capiente e versarvi 50 g di zucchero. Mescolare costantemente per ottenere un colore caramellato omogeneo, aggiungere un altro terzo di zucchero senza smettere di rimestare. Procedere in questo modo aggiungendo gli ultimi 50 g di zucchero fino alla caramellizzazione completa.
Incorporare la frutta secca spellata, tostata ed ancora calda.
Mescolare rapidamente, poi stendere il composto su un tappetino di silicone.
Lasciare raffreddare a temperatura ambiente.
Rompere grossolanamente con il matterello la massa raffreddata, versarla in un mixer e lavorarla fino ad ottenere una pasta fine e liscia.

Per il croccante pralinato
40 g di cioccolato al latte 40%
200 g di pralinato maison
80 g di crepe dentelle sbriciolate (in mancanza wafer)

Spezzettare il cioccolato e farlo fondere lentamente a bagnomaria o nel forno a microonde (posizione scongelamento o potenza 500 W, mescolando di tanto in tanto).
Aggiungere il pralinato maison al cioccolato fuso e poi le crepe dentelle sbriciolate e mescolare delicatamente.
Spianare il composto sul fondo di daquoise e mettere in frigorifero a solidificare.

Per la mousse al cioccolato fondente e crema inglese
110 g di cioccolato fondente 70%
1 tuorlo
10 g di zucchero semolato
50 g di latte fresco intero
350 g di panna fresca 35% m.g.

Spezzettare il cioccolato e farlo fondere lentamente a bagno maria o nel forno a microonde (posizione scongelamento o potenza 500 W, mescolando di tanto in tanto).
In una casseruola mescolare il tuorlo con lo zucchero, aggiungere il latte e 150 g di panna. Far cuocere il tutto a fuoco lento mescolando in continuazione e fino a quando il composto raggiunge la temperatura di 85 °C.
Togliere dal fuoco e versare il composto (1/3 alla volta) sul cioccolato fuso descrivendo dei piccoli cerchi per ottenere un "nucleo" elastico e lucido. Lisciare completamente l'emulsione con un frullatore ad immersione. Lasciare raffreddare fino a quando il composto raggiunge  45/50 °C.
Montare i restanti 200 g di panna fredda in modo da ottenere la consistenza morbida e soffice della panna montata a spuma.
Amalgamare la panna alla crema inglese al cioccolato.

Montaggio del dolce
Posare l'inserto di daquoise a pralinato croccante al centro di un cerchio in acciaio da 22 cm di diametro.
Versare la mousse al cioccolato avendo cura di tenerne da parte una piccola quantità per la decorazione, poi mettere subito in congelatore. Non appena la mousse si è un po' rappresa, realizzare un decoro con il resto della mousse. Riporre in congelatore (o in frigorifero) fino a quando non si sarà solidificata completamente.


mercoledì 21 maggio 2014

Ecco a voi i nove finalisti del contest !

Prima di tutto: GRAZIE ! Grazie a tutti quelli che hanno partecipato. Grazie in particolare a chi mi ha mandato tre ricette. Grazie ancor di più a chi ha pensato e realizzato il dolce appositamente per il contest dedicando tempo, energie e passione. Ed un grazie specialissimo va a quelle amiche blogger che hanno partecipato per lo più per amicizia nei miei confronti: a loro che, letto il tema, non avrebbero nemmeno provato a partecipare, ma lo hanno fatto per me, va il mio grazie commosso.
***
Che difficile ! Una settimana in cui ho pensato e ripensato...senza riuscire ad arrivare alla scelta finale ! Le ricette le avevo lette tutte, a mano a mano che mi pervenivano e mi ero fatta pure alcune annotazioni, sperando di trovarmi meno in difficoltà nel momento in cui sarei dovuta arrivare al dunque. Ed invece...no ! 
Per ora sono arrivata qui...ma non è finitaaaa !

Dani di Euforia in cucina con Parfait al pralinato di noci con nuvola di pan di spagna e croccantino salato

Gabry di Siula golosa con Barretta pistacchio lampone


Damiana di Dolci delizie di casa con Pavlove al profumo di caffe di caffe


Ale di Dolcemente inventando con Scheiterhaufen caldo alle mele con tuiles



Bianca Leonardi (ricetta via @mail) con Rose lamponi e pistacchio

Angela di Dolci in Boutique con Fantastik exotik


Annalù di Assaggi di viaggio con Millefoglie al cioccolato con caramello salato


Eleonora di Eleideediele con Mattonella fichi limone mandorle


martedì 13 maggio 2014

Frollini alle nocciole


I biscotti mi sono simpatici da sempre. Non sono pretenziosi ed esigenti: si adattano a varie forme e non monopolizzano il tempo. Da quando, poi, ad uno dei corsi che ho frequentato all'Etoile, mi hanno spiegato come interagiscono tra loro i vari ingredienti e, soprattutto, come si bilanciano le ricette delle frolle...beh...è stato amore eterno: niente più sgradite sorprese in fase di lavorazione degli impasti nè della cottura.

Dosi per due teglie
300 g di farina
200 g di nocciole tostate (o di farina di nocciole tostate)
200 g di zucchero a velo
200 g di burro
60 g di uova intere (1 grande)

Tirare fuori per tempo il burro dal frigorifero in modo che raggiunga la temperatura ambientale.

Lavorare in planetaria con lo scudo il burro con lo zucchero a velo quel tanto che serve ad ottenere un composto cremoso. Nelle frolle con la frutta secca in polvere lo zucchero a velo è più indicato di quello semolato in quanto assorbe meglio l'olio presente nella frutta secca.
Aggiungere il resto degli ingredienti e lavorare quanto basta per avere un impasto assemblato.
Formare un panetto, avvolgere nella pellicola e lasciare riposare in frigo fino a completo raffreddamento.
Tirare ad uno spessore di mezzo centimetro e cuocere in forno preriscaldato a 180 °C per una quindicina di minuti (se il vostro forno ve lo consente. Io cucino a 150 °C per 20 minuti).

domenica 11 maggio 2014

Pecan pie


"Cristina ti prego devi assolutamente farmi una torta". Il tono è affrettato e tradisce ansia e la voce è quasi strozzata. Conoscendola, immagino che stia per farmi una richiesta temendo che la mia risposta sarà negativa.
"E che torta sarebbe ?", il tono è distratto e volutamente poco incentivante.
"La pecan pie"
"La cheeeee ???"
"Ma si, daiiii, la torta americana con le noci pecan e lo sciroppo d'acero !", lo dice con aria di finta sufficienza. Ma lei è una donna impeccabilmente glamour. Come poche. E non è concepibile ai suoi occhi che invece io sia così out of fashion da non sapere che è una torta molto popolare in america.
Torta americana...già questo mi basta per avvertire un brivido lungo la schiena. A sentire nominare lo sciroppo d'acero, poi, rabbrividisco del tutto.
"Scusa, ma con tutte le superlative torte italiane e francesi che ci sono, proprio una americana vuoi. E...a me...proprio a me...devi chiederla ?!?!?!"
"Si, dai ti prego, è la mia torta preferita. L'ho mangiata a Londra al Covent Garden. Tu sai che io non vado pazza per i dolci ma di quella ne mangerei una intera. E' la torta più buona che esista". 
Non sono riuscita a nascondere uno sguardo si disapprovazione misto a sconforto.
"Vabbè, dai, mi faccio un mantra, dammi la ricetta che te la faccio"
"Mica ce l'ho la ricetta !! Ma si, daiii, la cerchi ininternet". Per la serie: ma ti pare una cosa da chiedere ??
"Perfetto !!! Io dovrei tentare di replicare la tua torta preferita che "più buona al mondo non ce n'è", senza avere la ricetta, senza averla neanche mai assaggiata...e pure senza sapere dove comprare le noci pecan !! Proprio quello che piace a me: leggere ricette di sconosciute, confrontarle, fare un suppergiù, togli di quà aggiungi di là, andare per tentativi"
Beh...io "speriamo che me la cavo !"

Per una tortiera da 28 cm di diametro
Per la pasta frolla 
Per la pasta frolla:
600 g di farina di grano 0
300 g di burro freddo
240 g di zucchero semolato
200 g di uova intere (4 medie)
1 cucchiaino di caffé di zucchero vanigliato o i semini di mezzo bacello di vaniglia 


Questa ricetta di frolla è particolarmente indicata per foderare le tortiere in quanto è mediamente friabile, ha una buona tenuta dei bordi, si conserva bene la fragranza (se la torta viene tenuta in frigo la frolla non si riempie di umidità) e tiene bene il taglio (si formano le fette senza che la frolla si sbricioli).
In planetaria con la foglia (o con uno sbattitore casalingo) far sabbiare il burro freddo a dadini con la farina (si ottiene un composto simile ad una sabbia dalla grana grossa). Aggiungere le uova, leggermente battute a parte con una forchetta (quel tanto che basta a far si che tuorlo ed albume si mescolino tra loro), lo zucchero ed i semi di vaniglia e impastare qualche secondo, quel tanto che basta a formar un composto omogeneo. Formare un panetto alto un paio di centimetri, avvolgere nella pellicola e lasciare raffreddare in frigo.

Per il ripieno
285 g di sciroppo d'acero
150 g di zucchero mascobado
60 g di zucchero dulcita
135 g di burro fuso
5 uova intere medie
300 g di noci pecan

Mescolare tutti gli ingredienti in una ciotola.

Per al decorazione
150 g di noci pecan

Assemblaggio
Stendere la frolla ad uno spessore di 4 mm. Foderare la tortiera. Riempirla con il ripieno e decorarla con le noci a raggiera.
Cuocere in forno preriscaldato a 180 °C per un'ora.
Lasciar raffreddare completamente prima di togliere dallo stampo.

venerdì 9 maggio 2014

La colomba di Giorilli


Lo so: sono fuori tempo massimo. Doppiamente: perché la Pasqua è stata celebrata da un po' e perché queste due colombe le ho sfornate sabato scorso.
Ma questo post dovevo scriverlo. Per loro. Per Terry, mia maestra nonché - da me eletta - Regina dei lievitati e per Eleonora, mia musa ispiratrice.
Seguo Terry all'incirca dall'inizio della sua avventura come foodblogger. Se anche semplicemente scorrete l'indice delle sue ricette vi renderete conto della quantità e qualità dei suoi lievitati salati e dolci. Ma non solo crea pani, pizze, focacce, brioches, panettoni, pandori, focacce e...e....e....di tutto di più (!), che sembrano usciti da una panetteria e da una pasticceria. Ma anche li spiega con una precisione ed una dovizia di particolari se non unica, rarissima. Nel leggere le sue ricette - son certa che a scriverle impiega più tempo di quel che le è necessario per creare le sue opere culinarie - sembra di essere nella sua cucina e vederla creare passaggio dopo passaggio. Leggo parola per parola le sue ricette sui lievitati.
Ed ogni volta mi assale lo sconforto. Per il tempo che richiedono. Monopolizzano il tempo, i lievitati. Solo per i tre rinfreschi della pasta madre, che è l'operazione preliminare, bisogna più o meno starsene una giornata a casa. Poi c'è il primo impasto e poi il secondo. E tra l'uno e l'altro...tempo e attesa inerte. Tempo che non si può calcolare con precisione assoluta.
Poi capita che Eleonora pubblichi la sua colomba realizzata sulla scorta della ricetta del grande Maestro Piergiorgio Giorilli. E finalmente scatta la molla e sento che è venuto il momento di applicarmi come si deve.
Eleonora, senza saperlo, mi ha tenuto compagnia e condotto per mano come si farebbe con un bimbo per due giorni. Immagino la ricetta del maestro: elenco degli ingredienti e poche righe di procedimento. Punto. Sono così i libri dei grandi professionisti della pasticceria. Poche righe dietro le quali si nasconde un mondo. Ma Eleonora spiega ogni passaggio minuziosamente, con tanto di foto e salvifica tabella di marcia oraria. Non nasconde le difficoltà incontrate ma aiuta a superarle. Mi  è stata compagna di un viaggio emozionante dentro la magia dei grandi lievitati. Chi ha intrapreso questo viaggio sa a cosa mi riferisco. Sa cosa significa starsene incollati davanti allo sportello del forno con un misto di ansia ed incredulità nell'assistere alla magia dell'impasto che si gonfia.
La ricetta ? Non la scrivo, perché scriverla significherebbe fare un "copia-incolla" di quella di Eleonora. L'ho seguita alla lettera. Mi sono fidata ciecamente perché Eleonora è un cuore appassionato, un'innamorata della pasticceria. E' precisa, caparbia e determinata. E' un talento che sta sbocciando.


martedì 6 maggio 2014

Crostata di amarene


Una frolla croccante, un pan di spagna morbido, un interno cremoso; il dolce acidulo delle amarene e l'amarognolo dello zabaione. Un po' di contrasti per ricordarvi che avete ancora qualche giorno per partecipare al mio contest

Forza ragazzuole !

Da "Profumi dal forno - Dolci, pani speciali e lievitati" di Omar Busi
Per una torta da 26 cm di diametro
Per la pasta frolla per fondi:
250 g di farina debole
150 g di zucchero semolato
100 g di burro fresco
60 g di uova (1 grande)
1 g di sale
scorza di mezzo limone (solo la parte gialla)

Montare le uova, lo zucchero ed il sale per poi aggiungere il burro morbido e per ultima la farina.

Per il Pan di Spagna alle mandorle:
125 g di uova
90 g di zucchero semolato
75 g di farina debole
25 g di fecola di patate
15 g di miele millefiori
10 g di farina di mandorle
10 g di zucchero a velo

Montare in planetaria le uova con lo zucchero semolato ed il miele millefiori fino ad ottenere un composto molto gonfio e spumoso. A parte setacciare la farina con la fecola, la farina di mandorle e lo zucchero a velo. Quando il composto è ben montato introdurre le polveri gradatamente mescolando dall'alto verso il basso delicatamente a mano con una spatola. Versare l'impasto su una tortiera da 24 cm e cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 20 minuti

Per la crema allo zabaione
50 g di Marsala
50 g di tuorli
50 g di zucchero semolato
450 g di crema pasticcera

Portare a bollore il marsala e versare sui tuorli mescolati con lo zucchero. Cuocere a bagnomaria e portare il composto a 82 °C. Raffreddare e poi unire alla crema pasticcera

In più...
225 g di amarene

Per la meringa italiana
200 g di zucchero semolato
30 g di acqua
100 g di albumi

Mettere l'acqua e 150 g di zucchero in un pentolino e scaldare fino a quando la temperatura non raggiunge i 121° C.
Nel frattempo montare a neve gli albumi con la restante parte dello zucchero e quando lo sciroppo di acqua e zucchero è arrivato a 121 °C versarlo a filo.
Continuare a montare fino a completo raffreddamento. 

Per il montaggio:
Foderare la tortiera con la pasta frolla tirata allo spessore di 4 mm. Versare mezza dose della crema sul fondo, inserire le amarene sgocciolate, adagiarvi sopra il disco di pan di Spagna e coprire il tutto con la crema rimasta (questo suggerisce Omar. Io...mi son sbagliata ed ho fatto uno strato sol di crema). Cuocere a 180 °C per 30 minuti. All'uscita dal forno decorare la superficie della crostata con la meringa italiana ed infornare a 200 °C per 3-5 minuti. Mi raccomando: sorvegliatela a vista perché un minuto in più potrebbe rivelarsi fatale !

domenica 4 maggio 2014

Plum-cake (con poco burro)


Lo sapevate che chi salta la colazione rischia di mettere a dura prova il cuore ? Un recente studio scientifico della Harvard School of Public Health, condotto su un campione di 27 mila individui di sesso maschile tra i 45 e gli 82 anni, ha accertato che questa cattiva abitudine alimentare espone a rischio di svariate patologie quali pressione alta, colesterolo, diabete, tutti fattori che possono condurre a malattie cardiache. Questo perché, quando il corpo è a digiuno, si attiva una modalità protettiva che fa aumentare la pressione del sangue, l'insulina ed il colesterolo. Negli anni questa abitudine può sviluppare una insulino-resistenza che porta all'innalzamento di tali parametri.
Per i più giovani le cose non vanno certo meglio: non consumare la prima colazione a sedici anni espone al rischio di contrarre il diabete a 40 o di sviluppare la sindrome metabolica, ossia un insieme di fattori che causano rischio cardiovascolare (grasso addominale, glicemia e pressione alte, bassi livelli di colesterolo buono).
Allora, vi ho convinto a farvi un buon plum-cake per gustarvelo a colazione.
Se poi la ricetta è del Maestro Iginio Massari (che lo definisce esplicitamente con poco burro...beh...poco...per gli standard della pasticceria !!)...il risultato è assicurato !

Per uno stampo da 26 cm (da "Non solo zucchero" volume 1)
100 g di t.p.t. di mandorla (50 g di farina di mandorle miscelata a 50 g di zucchero a velo)
semi di un baccello di vaniglia
scorza (solo la parte gialla) di un limone grattugiato
25 g di panna liquida
112,5 g di burro
125 g di zucchero
137,5 g di uova
300 g di farina
12,5 g di lievito in polvere
100 g di latte a 32 °C
25 g di limoncello
200 g di uvette (io gocce di cioccolato)

Mettere nella bacinella della planetaria il t.p.t. di mandorle, la scorza di limone, i semi del baccello di vaniglia e la panna. Con lo scudo lavorare fino a quando la massa diventa morbida ed omogenea. Incorporare il burro (precedentemente ammorbidito a temperatura ambiente) e poi lo zucchero e montare fino ad ottenere una massa gonfia e spumosa.
Setacciare due volte la farina con il lievito.
Incorporare a filo le uova (sbatterle previamente a parte con una forchetta quel tanto che basta a miscelare bene tra loro tuorli ed albumi) alternando metà della farina-lievito setacciati. Aggiungere l'altra metà della farina con lo stesso metodo incorporando il latte con il limoncello.
Da ultimo, unire le uvette precedentemente ammorbidite in acqua (o le gocce di cioccolato)
Versare nello stampo, tagliare il dolce longitudinalmente con una spatola immersa nel burro fuso (per favorire lo sviluppo della cupola e la crepatura della superficie).
Cuocere in forno preriscaldato a 170-180 °C per 45-50 minuti.

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