venerdì 29 marzo 2013

Paninetti morbidi al cacao e mirtilli rossi


Finalmente da un paio d'anni a questa parte, tenendo durante la settimana uno stile di vita diciamo...molto dinamico (dai, dillo che corri sempre come una pazza !) il fine settimana me lo riservo per attività esclusivamente molto gratificanti. O almeno ci provo e ce la metto tutta per tenere alla larga rotture tipo spese pulizie fare ordine lavatrici tassinaggio del figlio quà e là...& affini. Arrivo il venerdì sera sempre molto carica di entusiasmo e con programmi molto nutriti (si...ecco diciamo che ti fai sempre un elenco per il quale poi ti ci vorrebbero non due ma quattro giorni...ma l'importante è crederci !). Ma. Ma...quando ci si ammala di solito ?! Il fine settimana...of course ! O quand'è che il figlio pensa bene di provare a spaccarsi la zucca ? Ma il sabato naturalmente !!
Sabato scorso,  tornata dalla palestra, docciata a dovere, tonificata e con quel senso di piacevole stanchezza che lascia solo l'attività fisica, riprendo la biga che ha fatto il suo dovere nottetempo ed impasto i paninetti, Beethoven mi fa compagnia. Ah che bene che mi sento, un attimo di piacere puro, di quelli che si vorrebbe trattenere dentro di sé per sempre. Suona il campanello. E...te pareva ! Mia mamma: "la scuola ha chiamato che Matteo si è fatto male, tuo padre è andato a prenderlo, sta bene ma siccome ha una ferita in testa ed è uscito sangue ha pensato di portarlo al pronto soccorso. Mangia pure e poi vai a dargli il cambio". Un solo istante e sulla mia faccia si è dipinta l'espressione "ma che rottura di p@@@@@@@@ !". (Lo so cosa state pensando: "ma che madre scriteriata che non si preoccupa !"). Arrivo e, come avevo intuito in quel micro istante a casa, se a scuola fossi andata io...me lo sarei portato a casa, l'avrei disinfettato e fine (si, dai dillo che ti sarebbe anche venuto l'impulso di rompergliela tu del tutto la testa vista la dinamica dell'incidente !). Ma il nonno insiste che le botte in testa son cose delicate che è meglio una radiografia che è meglio una medicazione che già che siamo lì è meglio restarci che anche l'infermiera ha detto che se ha mal di testa è meglio che resti lì e pure a digiuno ("ma nonno io non ho neanche fatto merenda sono le due e ho mal di testa dalla fame") che poi mi danno il foglio con l'elenco dei postumi da trauma cranico che è meglio se sento cosa dice il medico ("pss...pss mamma io sto bene ce ne andiamo ?). Un mantra. Devo farmi un mantra, altrimenti la bile mi arriva alle papille gustative. "Mamma cosa c'è ? Sei tanto arrabbiata con me ? Mi vuoi ancora bene ?". Maledizione. Uso solo la pasta madre. Proprio questa volta che ho usato il lievito di birra che ha tempi di lievitazione corta sono inchiodata a questo cavolo di sedia del pronto soccorso. Dopo quattro diconsi quattro ore entriamo. Un po' di domande del medico, estremamente cordiale e disponibile, direttamente a mio figlio, il fatidico foglio dei postumi in mano, uno sguardo rapido d'intesa con il medico (della serie mi vergogno ad esser qui ad intasare il pronto soccorso ma sa come sono i nonni si preoccupano anche quando non serve ci scusi ci scusi), medicazione e via...sono liberaaaaa !!!! Paninetti arrivoooooo. Sto già volando. "Ah...signora...domani però lo lasci tranquillo a casa !". Tonfo. Evviva la pioggia domenicale....almeno me la prendo con lei se son stata chiusa in casa !

Da Profumi dal forno di Omar Busi
Per l'impasto (18 paninetti) 
450 g di farina di Kamut
50 g di cacao amaro
2,5 dl di latte
7 g di sale
30 g di miele millefiori
30 g di zucchero (io ne ho messo il doppio e pure così erano un po' troppo amari)
65 g di burro
25 g di lievito di birra
150 g di mirtilli rossi secchi (la ricetta prevedeva uvette)
150 g di biga a lievitazione corta
(c'è pure la glassa ma io non l'ho messa perché dato che ho sforato alla grande i tempi di lievitazione pensavo di dover buttare via tutto)

Preparare la biga a lievitazione corta

Nella bacinella di un'impastatrice con il braccio ad uncino (ma questa operazione si può fare a mano con una forchetta ed una terrina) impastare 100 g di farina con 50 g di acqua ed 1 (si uno solo) grammo di lievito di birra fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Coprire e lasciar lievitare a temperatura ambiente per 16-20 ore.
Dopo di che riunire nell'impastatrice con braccio ad uncino la farina con la biga ed il latte ed impastare per 5 minuti a velocità minima. Incorporare il cacao, il lievito di birra sbriciolato, il miele, lo zucchero, il burro, il sale sciolto in un cucchiaio d'acqua tiepida ed infine i mirtilli precedentemente ammorbiditi in acqua e scolati (bisogna asciugarli bene altrimenti apportano acqua all'impasto; io li ho inseriti alla fine perchè temevo che si spappolassero). Lavorare ancora per 6 minuti aumentando la velocità della macchina fino ad ottenere un composto morbido ed omogeneo. Trasferire l'impasto in una ciotola, coprirlo con un foglio di pellicola e lasciarlo lievitare per 30-40 minuti (il mio c'è rimasto un tempo imprecisato....ma il suo istinto di sopravvivenza è prevalso !). Formare delle palline da 70 g ciascuna e sistemarle in una teglia foderata con carta da forno ad una distanza di circa 3-4 cm l'una dall'altra. Lasciar lievitare per altri 60-70 minuti a 35 °C. Cuocere in forno preriscaldato a 200 °C per 12-15 minuti

domenica 24 marzo 2013

Tortine di ricotta, cioccolato ed amarene



Se un'amica che non vedi e senti da tempo ti fa uno squillo e ti dice tra un'oretta al massimo arrivo a casa tua, se lei si aspetta che tu le offra un dolcino perché sa della tua passione per i dolci e ti segue pure nel blog per cui vede quanti ne fai, se tu non vuoi deluderla che fai ? Dopo l'attimo di panico per la serie..so che ci sono un sacco di dolci veloci ma ho il vuoto in testa e non me ne viene in mente nessuno...apro il frigo...fisso con sguardo perso...rovisto...ed ecco che da dietro le quinte se ne esce la ricotta, pure bella fresca. E come accadeva talvolta nelle interrogazioni a scuola in cui per spirito di sopravvivenza dai recessi bui della memoria guizzavano fuori le nozioni depositate, sguscia fuori una ricetta in auge a suo tempo nella mia cucina e poi dimenticata. Veloce veloce, a prova di sgradite sorprese e un po' diversa dalle solite. Sono tortine morbide, un po' umide, dalla consistenza simile ad un soufflé.

Ingredienti per 12 tortine
250 g di ricotta
100 g di uova (due medie)
100 g di cioccolato fondente al 75%
100 g di zucchero semolato
20 g di farina
150 g di amarene sciroppate


Montare leggermente le uova con lo zucchero in planetaria o con uno sbattitore elettrico: non devono essere montate troppo altrimenti il composto ingloba troppa aria ed in cottura si smontano.  Incorporare, mescolando delicatamente a mano, la ricotta ed il cioccolato fuso al micronde o a bagnomaria e la farina.
Versare negli stampini precedentemente imburrati, inserire le amarene in modo che restino inglobate solo a metà e cuocere in forno preriscaldato a 180 °C per 20 minuti.

sabato 23 marzo 2013

Muffins al mascarpone e noci



Il mio forno poco ci manca che si rifiuti di cuocere i muffins per...sopraggiunta noia ! Non esagero se dico che ne ha sfornati diverse migliaia. Perché sono velocissimi da fare ed altrettanto veloci da cuocere. Perfetti per risolvere l'emergenza del "mamma ma non c'è niente di buono per merenda !!"

Ingredienti per 12 muffins grandi o 24 di mignon
210 g di farina
50 g di fecola di patate
160 g di zucchero
100 g di uova intere (due medie)
80 g di latte fresco intero
250 g di mascarpone
8 g di lievito
5 g (un cucchiaino) di zucchero vanigliato
100 g di gherigli di noce sminuzzati
granella di zucchero a piacere

Il procedimento è quello solito e semplicissimo dei muffins.  In una ciotola riunire gli ingredienti secchi, cioé la farina, la fecola ed il lievito setacciati tra loro e lo zucchero con lo zucchero vanigliato e mescolare bene tra loro. In un'altro contenitore mettere le uova, il latte ed il mascarpone ed emulsionarli tra loro con una frusta (potete usare questi ingredienti non appena li avrete tolti dal frigorifero). Unire quindi i liquidi alle polveri, mescolare in modo da ottenere un composto il più possibile omogeneo ma senza miscelare troppo altrimenti con la cottura diventeranno duri. Da ultimo, unire i gherigli di noce e cospargere di granella.
Cuocere a forno preriscaldato a 200 °C (l'alta temperatura è necessaria per ottenere la cupola) per 15 minuti i grandi e 10 i piccoli.

mercoledì 20 marzo 2013

Un fiocco di neve nel cielo


Neanche a pensarci bene bene mi viene in mente una sola persona che non si lamenti del meteo o di almeno una delle stagioni. La gente detesta l'inverno perché è freddo, le giornate sono buie e piove e nevica. Poi si lagna della primavera perché il tempo è instabile e ci sono sbalzi di temperatura. Le lamentazioni estive vanno dal "mioddio che caldo che fa" al "ma quando arriva il fresco ?". L'autunno, povero, è bistrattato perché c'è la ripresa post feriale, le giornate si accorciano e via di nuovo con l'inverno.
Se riuscissi a vivere tutti gli aspetti della vita così come vivo l'alternanza delle stagioni, potrei dirmi una persona veramente felice. Non semplicemente contenta. Felice felice ! Perché io, per moto naturale dell'animo e senza sforzo alcuno, le stagioni me le godo tutte e pure le varie manifestazioni climatiche. Sarà perché le stagioni sono indissolubilmente legate alla natura, ed io amo la natura visceralmente e di un amore incondizionato. La natura mi regala sempre emozioni intense, doni inaspettati e sovrabbondanti. Anche in inverno e anche in città. Non potrei mai vivere in un'eterna estate o in un'eterna primavera, finirebbero con il stancarmi. Ho bisogno del cambiamento, di vedere la metamorfosi, di sentire l'evoluzione fuori di me, così come dentro di me.
Caro inverno, da tanti bistrattato e preso a calci, io ti amo al pari delle altre stagioni. Mi piacciono gli alberi spogli vestiti solo con i nidi lasciati liberi dagli uccelli. Il vento gelido del nord che, lui solo, regala il cielo del tramonto che vira verso il verde. La brina sui prati. La nebbia che sfuma i contorni delle cose. Le gocce d'acqua che si sciolgono in cerchi. Il luccichio delle distese di neve. Mi piace sentirmi avvolta da caldi vestiti. Tirare fuori il nero dagli armadi. Le tisane intorno ad un tavolo con le amiche. Un film alla tv sotto la copertina calda. Il fruscio del piumino. Le pedalate veloci per arrivare al caldo. Le giornate corte di luce che chiamano un buon libro.
Caro inverno, io ti amo anche per i tuoi strascichi di questi giorni che si affacciano all'equinozio di primavera perché con le tue ultime nevicate mi hai regalato la gioia di un manto di neve fresca sul quale far scorrere gli sci da fondo. E quando te ne andrai io ti dirò arrivederci e sarò contenta di dare il benvenuto alla primavera.









Il pretesto di questa torta è stata la sperimentazione della mud cake di Toni Brancatisano. Non ho il libro nel quale è pubblicata. Ho salvato la ricetta che molte blogger hanno già sperimentato. La torta ha riscosso un successone. Io, a dirla tutta, non sono rimasta per nulla entusiasta - ma la mia è un'opinione del tutto minoritaria, a quanto pare - è la classica torta da cake design: bella compatta seppur umida, perfetta per reggere decorazioni consistenti di pasta di zucchero. Preferisco di gran lunga un ottimo pan di spagna al cioccolato che resta molto più areato. 

Ingredienti per una tortiera da 24 cm di diametro
150 g di cioccolato fondente
400 g di zucchero
250 g di latte
250 g di burro
200 g di farina 00
100 g di cacao amaro in polvere 
2 uova grandi
una bustina di lievito per dolci

Mettere in un tegamino il burro, il latte, il cioccolato e lo zucchero e fare sciogliere senza bollire. Togliere dal fuoco e lasciare raffreddare.
Agli ingredienti liquidi aggiungere la farina setacciata con il lievito ed il cacao e le uova, mescolare fino ad ottenere un impasto omogeneo senza grumi.
Versare nello stampo e cuocere in forno statico a 180°C per 45 minuti (fare sempre la prova stecchino).
Una volta cotta, la torta dovrà raffreddarsi bene per evitare che si rompa in fase di apertura.

La pasta di zucchero me la sono fatta da me medesima (perchè quelle comperate...diciamocelo...sono immangiabili !)


Per la pasta di zucchero

450 g di zucchero a velo confezionato
6 g di gelatina
30 g di acqua
50 g di glucosio
16 g di burro
qualche goccia di estratto di vaniglia

Mettere lo zucchero a velo setacciato accuratamente nel robot da cucina o nell’impastatrice. Nel frattempo mettere in ammollo la gelatina in acqua (se in polvere, deve assorbirla tutta, se in fogli si devono ammorbidire) per 5/6 minuti. Trascorso questo tempo, mettere la gelatina ammollata e strizzata in un pentolino antiaderente, aggiungere il glucosio, il burro, l’estratto di vaniglia e sciogliere a fuoco bassissimo finché il tutto non diventa liquido come l’acqua (è fondamentale non far bollire il composto, altrimenti è inutilizzabile e va gettato). A questo punto aggiungere il composto liquido allo zucchero ed azionare il robot. Dopo poco tempo si raggrupperà a forma di palla. A questo punto versare l’impasto sopra la spianatoia precedentemente spolverata di zucchero a velo. Impastare per bene fino a formare una palla omogenea che non si attacchi alle mani. Attenzione a non introdurre troppo zucchero in questo passaggio perché l’impasto tende ad assorbire tutto e dopo diventerà troppo dura e non si riuscirà a lavorarla. Dopo di che, avvolgerla con la pellicola alimentare trasparente e lasciar riposare fuori da frigo per almeno 6/8 ore. Se proprio la dovete usare prima, lasciatela riposare almeno 4 ore. 

venerdì 15 marzo 2013

Mousse all'arancia con la sua gelatina




Questa è la tipologia di dolce che io amo di più preparare, perché sono dolci complessi, con più consistenze, che richiedono maggior padronanza della tecnica della pasticceria e quindi mi consentono di migliorare...e imparare dai miei errori ! Ogni volta sono una sfida nuova con me stessa. E per come sono fatta io, sentirmi "viva" è anche uscire dai sentieri semplici. Questo dolce ha alla base una pasta biscotto al cacao aromatizzato all'arancia, sul quale poggia la mousse agrumata. Sopra uno strato di gelatina all'arancia ne esalta il sapore e l'onda di cioccolato la abbraccia.

Per il biscotto al cioccolato e arancia:
120 g di albume
125 g di zucchero semolato
80 g di tuorli (4 o 5 di uova medie)
35 g di cacao amaro in polvere
5 g di scorza d’arancia grattugiata  

Per la mousse all’arancia
260 g di zucchero semolato
80 g di acqua
130 g di albume
300 g di succo di arancia filtrato e freddo
15 g di gelatina in fogli
20 g di Cointreau
300 g di panna fresca 35% materia grassa e senza carragenina

Per la gelatina all’arancia:
250 g di succo d’arancia filtrato e freddo
50 g di zucchero semolato
5 g di gelatina in fogli

Per le decorazioni
350 g di cioccolato fondente
fettine d’arancia
gelatina neutra per lucidare 

Per il biscotto al cioccolato:
Questo biscotto, essendo privo di farina, è adatto anche ai celiaci. E’ di consistenza molto morbida e lievemente umida per cui non necessita di bagna.
Montare a neve gli albumi con lo zucchero semolato.
Aggiungere a filo i tuorli d’uovo, mescolando delicatamente dall’alto al basso a mano con una spatola.
Unire, sempre mescolando delicatamente a mano, il cacao precedentemente setacciato un paio di volte. E’ molto importante setacciarlo bene perché è pieno di piccoli grumi.
Mettere l’impasto in un sac a pochè con beccuccio da 8 mm e premere il composto sulla teglia coperta di carta forno formando una chiocciola.
Cuocere in forno preriscaldato a 160° C per 20 minuti.



Preparare la meringa italiana:
Mettere in un pentolino l’acqua e l’albume e far bollire fino a quando raggiungono la temperatura di 121°. Quando l’acqua e lo zucchero son arrivati a 115° cominciare a montare gli albumi in planetaria o con lo sbattitore casalingo. Quando lo sciroppo di zucchero è a 121° versarlo a fino sugli albumi continuando a montare in planetaria o con lo sbattitore fino a quando il composto si sarà raffreddato. Riporlo in frigorifero.
Mettere in ammollo la gelatina con un po’ d’acqua per una decina di minuti. Scaldare a 30° qualche cucchiaio di succo di arancia. Unire la gelatina strizzata bene e farla sciogliere e poi versare il tutto nel succo di arancia. Unire il cointreau e mescolare.
Versare il composto all’arancia a filo sulla meringa italiana mescolando delicatamente in modo da non smontarla.
Nel frattempo semimontare la panna (prima di montarla tenerla in frigo direttamente nella ciotola della planetaria o del recipiente nel quale viene montata perché la panna monta meglio se è fredda).
Versare il composto di arancia e meringa italiana sulla panna a cucchiaiate e mescolare delicatamente.
Foderare la circonferenza di una tortiera di 24 cm di diametro con un foglio di acetato. Inserire sul fondo il biscotto al cacao in modo che il diametro sia di poco inferiore (22 cm). Colare la mousse all’arancia e livellare bene e porre in frigo (o in congelatore). 

Fare la gelatina all’arancia
Mettere in ammollo la gelatina con un po’ d’acqua per una decina di minuti. Scaldare a 30° qualche cucchiaio di succo di arancia. Unire la gelatina strizzata bene e farla sciogliere e poi versare il tutto nel succo di arancia. Mescolare bene e versare la gelatina sulla mousse di arancia (la mousse deve essere congelata o comunque rappresa).


Una volta che si è solidificata, spennellare con gelatina neutra.

Preparare il groviglio di cioccolato:
Riempire un sac a pochè (usa e getta) con 150 g di cioccolato fondente temperato e tagliare la punta in modo da creare un foro di un paio di millimetri. Rigare irregolarmente una teglia raffreddata in congelatore. Raccogliere velocemente con un spatola in acciaio. Questa operazione va fatta rapidamente perché se il cioccolato si solidifica non è più “malleabile”. Aggrovigliare tutto il cioccolato e deporre in un contenitore freddo. Conservare in frigo. 

Preparare le fette di arancia: tagliare delle rondelle sottili d’arancia e lasciarle asciugare in forno. Di solito faccio questa operazione dopo aver utilizzato il forno a 180° C per altre preparazioni. Metto le fette d’arancia in forno spento e lascio asciugare. Una volta essiccate, le spennello con gelatina neutra.

Per la fascia di cioccolato fondente:
Tagliare una striscia di acetato di lunghezza pari alla circonferenza della torta e tagliarla in modo da creare delle curve. Spennellare la striscia con 200 g di cioccolato fondente temperato e farla aderire subito alla circonferenza della torta. Attendere che il cioccolato si sia solidificato e poi togliere la striscia.

giovedì 14 marzo 2013

Panforte




Nella vita mi capita di avere opinioni poco definite, incertezza nella scelte, dubbi di vario tipo su più fronti. Ma quanto a gusti in campo alimentare...so esattamente e senza tentennamenti cosa mi piace e cosa non riesco neanche ad avvicinare. Il piacere o il senso di repulsione sono un fatto istintivo. E così credo sia per tutti. Perciò non finisco mai di stupirmi quando mi imbatto nei gusti alimentari di mio padre. Dopo tanti anni sono arrivata alla conclusione che per lui mangiare sia semplicemente nutrirsi. Punto. A parte un paio di ortaggi, mangia di tutto e non avanza mai, dico mai, richieste di sorta. Il che ha semplificato la vita in cucina a mia mamma. Uomo dalle idee ben definite, decisionista e determinato, quando si tratta di scegliere da un menù il più delle volte chiede a mia mamma...cosa deve scegliere. Per lui un piatto vale l'altro. Mio figlio ogni tanto ci prende gusto a provocarlo: "nonno ti è piaciuto il pranzo di oggi ?" Al che lui varie volte...tentenna nel rispondere...perché non si ricorda nemmeno quel che ha mangiato ! Vi lascio immaginare le risate di mio figlio ! Però c'è un dolce che gli piace tantissimo e che mangerebbe in tutti i periodi dell'anno: il panforte !


Ingredienti:
250 g di mandorle tostate, intere con la buccia
300 g di farina bianca
150 g di zucchero
150 g di miele di acacia
300 g di arancia e cedro e pezzetti
7 g (un cucchiaino un po’ abbondante) di spezie (cannella, chiodi di garofano, cardamomo, coriandolo, macis, anice, pimento e noce moscata)

Per la finitura:
1 cucchiaio di zucchero a velo
1/2 cucchiaino di cannella

Preparare una teglia a cerniera del diametro di 22 cm (vanno bene anche quelle usa e getta in alluminio) foderando il fondo con un’ostia.
In una ciotola setacciare la farina e aggiungere (un ingrediente alla volta) le spezie, le mandorle intere (o tagliate a pezzi grossolani) e le bucce candite di arancia e cedro.
In una casseruola a bagno maria far sciogliere in 150 ml d’acqua il miele e lo zucchero e far bollire fino a quando il composto diventa denso e sciropposo (la temperatura avrà raggiunto i 120°)
Unire il composto di miele e zucchero al resto degli ingredienti e mescolare con cura fino a quando si ottiene un composto ben amalgamato
Cuocere in forno preriscaldato a 150° per 30 minuti. Il dolce non dovrà colorire e, a cottura ultimata, risulterà ancora morbido (diventerà sodo raffreddandosi).
Preparare la finitura mescolando lo zucchero a velo con la cannella e distribuirlo sulla superficie del panforte dopo averlo sfornato.
Servire il dolce completamente freddo; si esalta il sapore a partire dal giorno dopo che è stato cotto.

domenica 10 marzo 2013

Crostata con composta di mele



Dieci anni or sono, ad una di delle tante festicciole di compleanno di bimbi della scuola materna. Loro giocano, si divertono, di tanto in tanto litigano. Le mamme parlano di figli, un po' si annoiano e per far passare più in fretta il tempo cercano di gratificarsi con qualcosa di buono dal tavolo del buffet. Facendo lo slalom con gli occhi tra patatine, tramezzini e panini, avvisto una "torta della nonna", quella, per intenderci con la frolla, la crema pasticcera ed i pinoli. Me ne gusto una fetta. Poco dopo arriva la mamma della festeggiata con un cartone di pasticceria, una nota in città, ed estrae la torta di compleanno...una torta di mele. Strano penso tra me e me, di solito si usano torte pannose e decorate. Non riesco a sottrarmi al piatto che mi viene messo praticamente in mano.  Non amo le torte con le mele dentro l'impasto perché mi lasciano sempre l'impressione di non cotto. Ma quella cruda lo era per davvero. "Luciana - le dico d'impeto con il boccone di torta ancora da deglutire - devo farti i complimenti per la torta della nonna era speciale, la pasta frolla friabile, la crema pasticcera perfetta per consistenza e sapore, una torta da pasticceria, altro che la torta di mele che è cruda". Al che lei con smagliante sorriso: "la torta della nonna è fatta con la busta Buitoni e quella di mele l'ha fatta mia mamma". E fu così che il pomo d'adamo si materializzò nel mio collo !
Ogni volta che preparo una torta di mele ricordo ridendo la scena, vivida come se fosse successa il giorno prima.

Ingredienti
per una tortiera da 26 cm (la torta diventa alta 5-6 cm)


Per la pasta frolla:
600 g di farina di grano 0
300 g di burro freddo
240 g di zucchero semolato
200 g di uova intere (4 medie)
5 g di cannella in polvere

Questa ricetta di frolla è particolarmente indicata per foderare le tortiere in quanto è mediamente friabile, ha una buona tenuta dei bordi, si conserva bene la fragranza (se la torta viene tenuta in frigo la frolla non si riempie di umidità) e tiene bene il taglio (si formano le fette senza che la frolla si sbricioli).
In planetaria con la foglia (o con uno sbattitore casalingo) far sabbiare il burro freddo a dadini con la farina (si ottiene un composto simile ad una sabbia dalla grana grossa) e la polvere di cannella. Aggiungere le uova, leggermente battute a parte con una forchetta (quel tanto che basta a far si che tuorlo ed albume si mescolino tra loro), lo zucchero ed i semi di vaniglia e impastare qualche secondo, quel tanto che basta a formar un composto omogeneo. Formare un panetto alto un paio di centimetri, avvolgere nella pellicola e lasciare raffreddare in frigo.

Per il ripieno:

800 g di mele renette (pesate con la buccia)
il succo di mezzo limone
360 g di zucchero semolato
240 g di farina 00
120 g di farina di mandorle
150 g di uova (6 medie)
225 g di burro
1 bustina di lievito in polvere
1 pizzico di sale

Per la decorazione:

due mele renette
100 g di zucchero
5 g di polvere di cannella

Preparare la composta di mele:
Sbucciare le mele, tagliarle a fettine, metterle in un tegame con una noce di burro ed il succo di limone e cuocere. Una vota cotte frullarle e lasciarle da parte.
Sciogliere il burro in un pentolino quel tanto che basta a renderlo molto morbido ma non liquido e lasciarlo intiepidire.
Montare in planetaria o in una terrina con le fruste le uova intere con lo zucchero e il pizzico di sale
Aggiungere poco alla volta, mescolando a mano con una spatola, la farina setacciata, la farina di mandorle ed il lievito e da ultimo il burro.
Mescolare delicatamente fino ad ottenere un composto omogeneo.

Montaggio della torta:
Stendere la pasta frolla ad uno spessore di 4 mm, versare sul fondo metà dell'impasto descritto sopra (per fare questa operazione nel migliore del modi è consigliabile usare un sac a poche perché in tal modo lo strato viene distribuito in maniera uniforme). Stendere poi la composta di mele (sempre con il sac a poche) e le restante parte di impasto.
Decorare la superficie con le fettine di mela tagliate sottili sopra le quali cospargere la miscela di zucchero e polvere di cannella (si formerà una crosticina croccante)
Cuocere in forno preriscaldato a 180 °C per almeno un'ora. In ogni caso, fare la prova stecchino.

venerdì 8 marzo 2013

Tortine mimosa


A te Donna che passi per di qua dedico questa poesia...scritta da un uomo.
Amo la sofficità e levità dei fiori di mimosa perchè mi evocano leggerezza.
Ma non mi sono mai sentita fragile come una mimosa che, già dopo qualche ora, da che è stata colta, appassisce. Mai, neppure nei momenti della mia vita in cui arrancavo per andare avanti.
Non conosco donne così delicate. Conosco donne piene di risorse, dotate di energie straordinarie. Quelle che non si sentono così è solo perché...non hanno ancora scoperto di esserlo.

"Conosco donne bellissime
impegnate  in una sfida titanica
spostano montagne
e le mettono in movimento.

Con amore
con le loro mani
con i loro corpi
con la loro danza
del cielo e della terra
dell'acqua e del fuoco
fanno uscire fuori
dai tronchi induriti
persone vive.

Madri dei viventi
a volte
per attimi passeggeri
nel travaglio stancate sembrano
ma eccole !
riprendono il volo
più belle
più forti.

Abitano vicino a casa mia
e in cima al sogno che coltivo ad occhi aperti
di cambiare il passo alla Città e al Mondo.

Tu nel mio sogno sei una di loro"

***
Le tortine sono dei semplici pan di Spagna, imbevuti di succo d'ananas, farciti di crema pasticcera e decorati con panna montata lievemente zuccherata e briciole di pan di Spagna.

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