"Il nome è dialettale, significa "gialletti", con riferimento all'ingrediente principale: la farina di mais. Dolcetto di umili origini, è diffuso, oltre che in Veneto, anche in Friuli Venezia Giulia, Trentino ed Emilia Romagna. La ricetta è pressoché uguale ovunque; la differenza sta soprattutto nella forma: a losanga nel nord-est, rotonda in Emilia. Preparati tutto l'anno, un tempo erano diffusi nel periodo carnevalesco e spesso chiudevano il pranzo di nozze in segno di buon auspicio. Dopo aver mescolato farina di mais e frumento, si forma la classica fontana. Si incorporano quindi le uova, i pinoli, l'uvetta rinvenuta in acqua tiepida (ma anche in grappa o vino), il burro ammorbidito o lo strutto, lo zucchero, la scorza grattugiata di limone ed un pizzico di sale. Alcune varianti contemplano l'impiego sei soli tuorli, la presenza del miele, l'aggiunta di un po' di latte per rendere più morbido l'impasto. Possibile anche l'uso del lievito di birra. Dopo aver lavorato bene il tutto, si modellano dolcetti lunghi sei-sette centimetri e spessi uno. Disposti su placche da forno, gli zaleti cuociono per 25-30 minuti alla temperatura di 160-180 gradi. Solitamente si servono spolverizzati di zucchero a velo" (da L'Italia dei dolci" - Slow Food Editore).
La ricetta è tratta da "Senza dolce non è vita" di Luigi Biasetto, un libro che consiglio a tutti gli appassionati di pasticceria in quanto le ricette sono alla portata anche di chi non ha grande pratica con l'arte dolce.
Dosi per due teglie
240 g di farina
160 g di farina di mais fioretto
200 g di burro
150 g di zucchero di canna
2 uova medie (100 g)
150 g di uvetta sultanina
70 g di pinoli
2 g di sale
2 g di lievito
la scorza grattugiata di un'arancia bio
Mettere in ammollo l'uvetta in acqua leggermente tiepida (questo passaggio non è indicato nel libro probabilmente perché i professionisti della stregua di Biasetto usano prodotti di alta qualità e quindi uvette morbide. Ma se si usano quelle secche del supermercato il passaggio è d'obbligo) e una volta ammorbidita lavarla dentro un colino sotto l'acqua corrente. Stenderla su carta assorbente e asciugarla bene.
Tirare fuori per tempo dal frigorifero il burro e le uova di modo che raggiungano la temperatura ambientale. Il burro, in particolare, deve avere la consistenza di una pomata, quindi deve essere cremoso e "spalmabile".
Nella ciotola della planetaria, o con le fruste di uno sbattitore elettrico, mescolare le due farine, il lievito ed il sale. Unire poi il burro, lo zucchero, le uova e la scorza di arancia e lavorare fino a quando si forma un composto ben liscio e leggermente montato.
Da ultimo unire l'uvetta ed i pinoli e lavorare a bassa velocità quel tanto che serve a farli distribuire uniformemente nell'impasto e facendo attenzione che non si rompano.
Con una tasta da pasticcere con bocchetta liscia n. 12 formare delle piccole noci a distanza regolare sulla teglia rivestita di carta forno e metterle a raffreddare 30 minuti in frigorifero.
Con i palmi delle mani formare delle palline ovalizzandole e disporle nuovamente sulla teglia a distanza regolare, considerando che in cottura raddoppieranno.
Infornare a 200 ° e cuocere a 170 °C per circa 20 minuti finché gli "zaeti" raggiungeranno il loro colore giallo dorato. (In ogni caso regolarsi con il proprio forno)
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